Argomenti completa efficienza del personale di assistenza, di non facile reclutamento. In ogni caso si può concludere che l'impegno politico dovrebbe essere di ben altra portata, per superare i rischi di pericolose superficialità programmatiche che sono all'origine di futuri problemi, tutt'altro che trascurabili, a giudicare dalle esperienze fatte in nazioni ad industrializzazione avanzata. È proprio nella fase della programmazione che non ci si dovrebbe limitare alle prospettive di natura economica, ma inserire queste prospettive in una più larga visione che tenga conto degli ostacoli,· anche per il futuro non immediato. Sono forse anche questi problemi di carattere « meta-economico », quelli di cui ha recentemente parlato Guido Carli. Ci sembra infatti che una maggior considerazione verso gli aspetti umani della problematica economica non soltanto rifletta la necessità di un versante etico nella politica di una nazione, ma, in mancanza, troppo alto risulti il prezzo pagato nel tempo dalla società, troppo alto in rapporto al costo reale di quella maggiore e costante consapevolezza « meta-econon1ica ». Nelle nazioni ad industrializzazione avanzata questa coscienza ha finito col tempo per farsi strada, non soltanto perché esiste in esse una maggiore sensibilità agli aspetti etici delle scelte politiche di fondo, ma anche perché si è rivelato più chiaramente il costo di una indifferenza al cospetto del benessere della popolazione di domani. E forse è stata questa maturità - e non soltanto la percezione del pericolo - a polarizzare l'interesse dell'a1nbiente politico di tali nazioni verso i problemi dell'ecologia; problemi che se fanno riferimento alla necessità di salvaguardare l'an1biente, includono certamente la tutela del benessere dell'infanzia, che di questa decadenza ecologica è oggi la vera protagonista, in quanto si prepara a diventare la vittima di domani. In questo senso può persino apparire risibile l'impegno ecologico, formale o concreto, in nazioni che lasciano poi immutati i gravi problemi che pregiudicano il benessere delle popolazioni infantili. Ben diversa è la situazione delle nazioni depresse, dove è ancora tutto da fare, e dove la mortalità infantile rappresenta soltanto un aspetto, fra i più dolorosi, della depressione. In esse, quel « decollo » econon1ico, sempre atteso, non si è ancora verificato, e finisce per polarizzare tutta l'attenzione dei programmatori; e sj può oggi ipotizzare che quelle che - confortati dall'assistenza· di organizzazioni internazionali quali la O.M.S. e la F.A.O. - meglio cureranno i tempi e le modalità del decollo stesso, si troveranno poi, a decollo avvenuto, di fronte ad un minor numero e ad una minore gravità dei problemi collaterali di cui parliamo. 81
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