Nord e Sud - anno XIX - n. 155 - novembre 1972

Il saldo regionale di vitalità di Antonino de Arcangelis Il livello della mortalità infantile nel corso del primo anno di vita, deve ritenersi il riferimento statistico rivelatore, più di ogni altro, delle condizioni igienico-sanitarie di una popolazione, e quindi anche, in un senso più generale, del livello di sviluppo economico e sociale di essa. Diversi sono i fattori che si esprimono attraverso il numero dei morti che non riescono a superare il dodicesimo mese di vita; al punto che - salvo casi di eccezionali epidemie morbose, direttamente od indirettamente mortali - è quasi sempre impossibile individuare una sola causa responsabile della particolare intensità del feno1neno. Questa molteplicità causale -- oltre alla scarsa sensibilità al problema - contribuisce a dilazionare quelli che dovrebbero essere gli impegni risolutivi della classe politica: sicché diventa difficile, per un attento osservatore che voglia analizzare la gravità del fenomeno in una nazione, dosare esattamente la quota di oggettive difficoltà e quella di indifferenza da parte dei governanti; e si finisce per concludere riconoscendo semplicemente inevaso, per una ragione o per un'altra, e magari per entran1bi, il dovere di riportare i livelli statistici verso quei limiti minimi che il progresso scientifico attualmente consente. Più facile risulta invece il riconoscimento, nel caso di poche nazioni, delle iniziative che hanno permesso la riduzione del fenomeno entro quei limiti minimi. Fra queste iniziative il raggiungimento di un'elevata quota di reddito individuale, la programmazione economica che miri a soddisfare l'esigenza di strutture sociali, la conquista di quella civiltà culturale collettiva, che si esprime appunto nell'alto livello di coscienza sanitaria, rappresentano soltanto i presupposti indispensabili per il benessere della popolazione infantile. Ciò che più conta è la diffusa consapevolezza dell'importanza pratica, oltre che etica, di occuparsi seriamente dell'infanzia, destinata a diventare la popolazione attiva dell'avvenire. · Non si può infatti far conto, semplicisticamente, sui favorevoli effetti del solo progresso economico sul bambino. I processi di industrializzazione, a~ esempio, mentre determinano un indiscutibile vantaggio, anche sulla popolazione infantil_e, quando prevedono l'occupazione dj mano d'opera maschile, non sono esenti da rischi quando presuppon79

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