Maurizio Mistri delle spese correnti e la correlativa diminuzione degli investimenti effettivamente realizzati, mentre il ricorso al mercato finanziario rischia di porsi come un acceleratore della situazione debitoria dell'ente pubblico. Inoltre, « il carico di interessi passivi e di quote di ammortarnento mutui può portare a paralizzare l'attività dell'ente locale volta in ipotesi, attraverso una corretta pianificazione degli investimenti.. ad una riorganizzazione della propria attività di gestione, ad alleggerire le cause della crisi e conseguentemente i disavanzi » 6 • Però, è anche chiaro che il dissesto finanziario degli enti in Italia parte da basi diverse da quelle della finanza statale, a causa della crescita impetuosa delle esigenze e quindi dei servizi da fornire, mentre le entrate non hanno segnato corrispondenti aumenti. I comuni, e soprattutto quelli di recente industrializzazione, debbono affrontare costi sociali la cui consistenza trascende le loro possibilità finanziarie. Si pensi alla costruzione di nuove case per lavoratori immigrati, alla creazione di nuove infrastrutture sociali (scuole, asili, ospizi, ospedali, etc.) e civili (servizi a rete); si pensi ancora al problema dei trasporti pubblici, che il dilatarsi delle città rende sempre meno controllabile in tema di costi di esercizio. Ad un miliardo al giorno ammonta il deficit dell'azienda tranviaria di Ro1na, ad un miliardo all'anno, invece, quello di una città di medie dimensioni come Padova. « L'attività dell'ente locale risulta in tal modo prevalentemente o esclusivamente impegnata in una ricerca affannosa e continua di nuove disponibilità finanziarie, che vengono immediatamente prosciugate dalle necessità di maggior urgenza» 7 • Così si allontana nel tempo il momento costruttivo della spesa pubblica la cui funzione potrebbe, invece, venire esaltata dalla sua capacità di mettere in moto importanti moltiplicatori economici, mentre i fattori di crisi della finanza locale operano laddove le esigenze della crescita economica e sociale imporrebbero precise scelte in senso « produttivistico ». A dire il vero, ciò che è entrato in crisi è il concetto di ente locale. Le sue funzioni, infatti, non rispondono più ai canoni tradizionali; le funzioni attuali di città come Milano, Torino, Roma, Napoli, o delle città-regione, non sono più quelle svolte da un centro attorno al quale si irradiavano rapporti economici e culturali per un raggio abbastanza limitato. Se alla struttura atomistica del tessuto urbano se ne è sostituita una di tipo policentrico e gerarchico, è evidente che le nuove funzioni svolte rispettivamente dalle città-regione e dalle metropoli tra64 6 ANDREA VILLANI, L'indebitamento degli enti locali, Milano, Giuffrè, 1969, p. 103. 7 A. VILLANI, cit., p. 104.
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