Argomenti zata negli ultimi anni, ci porterebbe a constatare una non lontana regressione degli investimenti sociali. L'inversione di questa tendenza è la condizione necessaria al raggiungimento degli obiettivi contenuti del Programma economico 1971-1975, che sono fondamentalrnente tre: la piena occupazione, l'eliminazione del divario Nord'...Sud, la creazione di valide infrastrutture sociali. Poco prima abbiamo messo in rilievo l'influenza che l'introduzione del leasing immobiliare nella contabilità dello Stato potrebbe avere sul modo di prendere in considerazione le spese, stante l'attuale legge di contabilità; da qui lo svuotarsi del « residuo » come prassi contabile e come modo di evasione finanziaria dal piano delle scelte concrete per entrare in quello che molti chiamano delle « illusioni finanziarie ». Oggi, la gestione dei residui passivi ha raggiunto cifre di grande consistenza, al punto da giustificare le più fondate riserve sulla capacità degli organismi pubblici di impostare efficaci programmi di intervento, soprattutto nel campo degli investimenti sociali. Il fenomeno della lievitazione dei residui di spesa diventa evidente se si considera l'andamento della loro consistenza, per cui dai 5.168 miliardi al 31 dicembre 1967 essi sono passati ai 7.845 miliardi del 1970, ai quali bisognerà aggiungere altri 1.100 miliardi circa, alla fine del 1971. « Quanto alle percentuali di composizione, alla fine del 1969 i residui per spese correnti costituivano il 42,4°/o del totale, mentre i residui passivi in conto capitale rappresentavano il 57%; i primi erano nel 1967 il 40,9% e i secondi il 52,9o/o, cosicché dal 1967 al 1969 l'aumento dei secondi in termini di percentuale di composizione (4,1%) è stato superiore a quello dei primi (1,5%). È, dunque, ai residui per spese pubbliche di investimento che spetta il primato di consistenza assoluta e relativa, nonché quello di incremento negli ultimi anni » 5 • In questi ultimi tempi è invalsa la prassi di far fronte alla crescita delle spese correnti ricorrendo ad uno storno dei fondi di cassa degli stanziamenti in conto capitale proprio perché, in seguito alla riforma Curti del 1964, si è consentito di coprire siste1naticamente le spese statali in conto capitale con l'indebita1nento verso il mercato finanziario. Infatti, si è oramai consolidata la procedura di considerare coperta una spesa quando ne sia indicato il finanziamento tramite mutui a medio e lungo termine. È una prassi che, in fondo, si ispira al dettato dell'art. 81 della Costituzione (4° comma) e dal quale discendono anche alcune norme in materia di contabilità di bilancio degli enti locali. Purtuttavia è proprio negli enti locali che si registrano i maggiori tassi di crescita 5 Cfr. PIETRO ARMANI, Finanza pubblica e programmazione, Roma, Edizioni della Voce, 1971, p. 143. · 63
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