Giornale a più voci Attualmente in Europa esistono quattro grandi oleodotti per prodotti: il TRAPIL che va da Le Havre a Parigi, l'UK in Gran Bretagna, l'oleodotto Reno-Main ed il Rodano-Valley (SPMR). Il TRAPIL, costruito nel 1952, congiunge le raffinerie dislocate lungo la bassa Senna a Parigi attraverso un percorso di 150 miglia. La condotta Tamigi-Mersey (UK), lunga 300 miglia, trasporta i prodotti dalle raffinerie lungo il Tamigi e il Mersey verso vari punti intermedi. In Olanda l'originario oleodotto per greggio Rotterdam-Reno è stato convertito in una linea per prodotti e congiunto al sistema Reno-Main in Germania bilanciando, in tal modo, la fornitura di prodotti provenienti daJle raffinerie di Rotterdam e da quelle del Reno e della Ruhr. In Francia, l'oleodotto Mediterraneo-Rodano che va da Lavera a Lione con diramazioni in Svizzera con un percorso di 360 miglia, è entrato in esercizio nel 1969. In ogni caso c'è da rilevare che, per quanto riguarda il futuro, è prevista una notevole espansione della rete europea degli oleodotti per prodotti e ciò principalmente per due ragioni. Innanzitutto sono stati fatti di recente notevoli progressi nelle tecniche di costn1zione e di posa che permetteranno di realizzare considerevoli economie anche nei costi di installazione e di gestione delle condotte per prodotti. In secondo luogo, probabilmente assisteremo, nel prossimo decennio, ad una nuova inversione del criterio di localizzazione delle raffinerie che dovrebbero sorgere in prossimità di porti aventi acque molto profonde o n Ile grandi aree industdali da essi rifornite e in tal caso si estenderà l'uso di oleodotti per prodotti. Ciò soprattutto perché la domanda di olio combustibile pesante tende a concentrarsi nelle aree industriali dove sono in corso di realizzazione condotte per olio combustibile di cons· derevoli dimensioni. Per concludere restano alcun considerazioni sulla situazione degli oleodotti sottomarini il cui u o ha subìto, negli ultimi anni, un ragguardevole incremento. Essi sono attualmente usati innanzitutto come terminali dai porti alle petroliere, permettendo il caricamento e la discarica di queste ultfrne anche in quei porti dove l, attrezzature sono inesistenti o inadeguate a ricevere petroliere di grandi djmensioni. Grazie a questi terminali sottomarini infatti, le navi cisterna possono effettuare le loro operazioni restando lontane dalla costa: si evitano così complicate e rischiose manovre all'interno dei porti e si realizzano notevoli economie di tempo. Naturalmente questo tipo di condotte presenta maggiori difficoltà nella costruzione, nella manutenzione e nelle riparazioni, risultando alla fine pit1 costoso delle condotte terrestri. Un « pionieristico» lavoro di condotta sottomarina è stato portato a termine nel Mare del Nord. La linea ha una lunghezza di 35 miglia ed è collegata ad un metanodotto che trasporta gas dal Mare del Nord all'oleodotto UK in Gran Bretagna. La realizzazione di questo progett0 si è rivelata piuttosto difficile e azzardata a causa delle peculiari caratteristiche dei fondali, delle imprevedibili condizioni del tempo, del mare e delle correnti. Attualmente comunque sono allo studio nuove tecniche di posa per i sea lines su 57
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