Nord e Sud - anno XIX - n. 155 - novembre 1972

Giornale a più voci in zone la cui depressione non era neppure lontanamente paragonabile con quella esistente nel Meridione. È opportuno tener presente che analoghe argomentazioni - e con riferimento a programmi d'investimento molto più consistenti - sono state avanzate a più riprese dalla MONTEDISON, che per le proprie aziende del Centro-Nord in crisi ha chiesto agevolazioni simili a quelle esistenti nel Mezzogiorno. Il fatto che queste proposte non abbiano ancora ricevuto una risposta negativa, lascia pensare che anche per esse si pensi di ricorrere al rifinanziamento della legge suddetta: con quali conseguenze per la strategia degli interventi nel Mezzogiorno è facile in1n1aginare. E qui il discorso ritorna alla Comunità europea ed ai sindacati. Sappiamo che a Parigi è stata decisa la creazione, entro il 31 dicembre 1973, di un Fondo di sviluppo regionale per le aree depresse della CEE. Nei prossimi mesi si dovrà dunque definire l'entità della dotazjone finanziaria e il funzionamento di questo nuovo strumento d'intervento, insistentemente richiesto dall'Italia propdo per il Mezzogiorno. Non nascondiamoci che si dovranno vincere non poche perplessità esistenti negli ambienti comunitari in merito all'efficacia e alla coerenza con cui è stata condotta la nostra politica « regionale ». Non basterà affermare con chi rezza che tutti gli interventi per l'Italia dovranno essere riservati alla « macroregione » depressa Mezzogiorno - della qualcosa è sperabile non ci siano dubbi -, occorrerà anche dimostrare che tutta la nostra politica di riequilibrio territoriale è rivolta al superamento del dualismo Nord-Sud. Ma sarà possibile farlo se si deciderà di accogliere le richieste di ENI e Mon tedi son? E veniamo ai sindacati. A Reggio Calabria abbiamo a coltato convincenli analisi su alcune carenze dell'azione sindacale n 1 perseguimento degli obiettivi meridionalisti. Ha osservato giustamente Lama che se i sindacati hanno delineato indirizzi, obiettivi, traguardi, non sono però riusciti a raggiungere risultati tangibili e persuas1v1. Concordiamo con questa coraggiosa autocritica, ma non possiamo non rilevare come la Conferenza non l'abbia seguita sino in fondo. È, infatti, mancata una decisa e non equivoca presa di posizione proprio sulle richieste avanzate de ENI e Montedison - che pure oggi costituiscono uno dei problemi chiave per il Mezzogiorno -, presa di posizione che avrebbe indubbiamente qualificato e reso più concreto il rinnovato impegno meridionalista dei sindacati. FABIO NARCISI 53

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==