Nord e Sud - anno XIX - n. 155 - novembre 1972

Giornale a più voci Secondo le vecchie norme tariffarie, le reti urbane erano divise in gruppi discriminati dal numero totale degli abbonati alla rete. I gruppi erano sette e passavano, in senso via via decrescente, da reti con più di 200.000 abbonati (I gruppo) a reti con meno di 500 abbonati (VII gruppo). Prerogativa principale dei gruppi era il criterio di contabilizzazione numerica delle conversazioni: i prin1i tre gruppi (con qualche eccezione) contabilizzavano a contatore, e cioè con un numero limitato di franchigia in abbonamento; dal IV al VII si contabilizzava a forfait, e cioè con un numero illimitato di conversazioni in abbonamento. Naturalmente anche l'ammontare del canone di abbonamento veriava a seconda del gruppo. Secondo le stesse vecchie norme, gli abbonati erano divisi in categorie e cioè discriminati a seconda dell'attività svolta. Si avevano cinque categorie: tre per gli affari, una per le abitazioni, una per gli Enti Pubblici. Ogni categoria differiva dall'altra sia per l'importo del canone sia per la consistenza numerica della franchigia. Si andava così da un canone, per esempio, di 2.330 lire della categoria degli Enti Pubblici ad un canone di 10.030 lire della prima categoria degli affari. Ed, ancora, da una franchigia di 700 scatti trimestrali per la categoria degli Enti Pubblici, ad una franchigia di 145 scatti trimestrali per le abitazioni. Un esame particolare merita il campo degli affari. Con le vecchie norme esso era diviso in tre categorie: la prima, per le grandi aziende, le banche, gli alberghi di lusso; la seconda per le medie aziende; la terza per le imprese a carattere individuale o familiare. Tale differenziazione, in termini di canone, era abbastanza notevole; per una rete urbana del I gruppo (Napoli, per esempio) i canoni é:lvevano, rispettivamente, il seguente andamento: 10.0306.730-5.230 lire dimezzandosi dalla prima alla terza categoria. Come si vede la situazione tariffaria alla vigilia del 1 ° ottobre 1972, era fondata, se vogliamo, su una eccessiva differenziazione di prezzi in relazione ad un frammentato regime di costi degli impianti e di « aspettative di domanda». Era necessaria, quindi, una modernizzazione dei criteri tariffari ed una semplificazione esecutiva. A tal punto è subentrato il nuovo provvedimento. Esso riduce a due i gruppi (reti con oltre 500 abbonati e reti con meno di 500 abbonati) e fa giustizia sommaria di tutte le preesistenti eccessive differenziazioni. Le categorie di abbonati sono ora ridotte a tre: a) Enti pubblici, amministrativi, giornali; b) abitazioni private; e) affari e vari. Qui il discorso potrebbe allargarsi: la semplificazione strutturale è evidente, ma non si riper-. cuote, come nel caso dei gruppi, principalmente sull'Ente Gestore del servizio, bensì sulla massa del pubblico. Va notato, a questo proposito, che le categorie « a » e « b » non hanno visto modifiche strutturali sostanziali. II campo degli affari, invece, unificato in una sola categoria, indubbiamente ha subito uno sconvolgimento considerevole. Giacché l'innovare -ponendo sullo stesso piano tariffario una piccola 49

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