Editoriale In questo editoriale riteniamo opportuno riprendere ed aggiornare il commento al convegno di Reggio Calabria che abbiamo anticipato su « La Voce Repubblicana » del 24 ottobre: sia perché la platea dei lettori di un quotidiano di partito, sia pure il più vicino alla nostra linea politica, non coincide che in parte con quella dei lettori di una rivista mensile come « Nord e Sud»; sia perché l'indignazione per le bombe seminate sui percorsi dei treni che conducevano lavoratori di altre regioni a Reggio Calabria ha distolto l'attenzione dai contenuti di un convegno che meritava di essere seguito da con1menti e discussioni più di quanto non sia stato possibile dal momento in cui commenti e discussioni sono stati dirottati dalle esplosioni. In particolare, è proprio questa una di quelle occasioni che consentono di precisare come e perché le posizioni del meridionalismo di ispirazione classista si distinguono dalle posizioni dei meridionalisti che, come noi, non derivano dal classismo i loro criteri di valutazione politica, ma si richiamano alla teoria democratica degli interessi generali; e come e perché, tuttavia, le posizioni critiche dei secondi possono influenzare, correggendoli, gli atteggiamenti dei primi, che oggi, infatti, ci sembrano assai più responsabili di quanto finora non lo siano stati, anche se c'è ancora, fra i sindacalisti, chi si muove nella logica della categoria e non intende quella della programmazione, così come c'è ancora a sinistra chi è rimasto condizionato da un lessico della « confl.ittualità » che non accenna a diventare meno delirante di quanto lo era prima che la crisi industriale si manifestasse in tutta la sua gravità. Se però dovessimo dire che cosa ci ha colpito dello stile e del tono dei sindacalisti convenuti a Reggio Calabria, diremmo che è proprio l'ilnpressione di una minore risonanza di questo lessico della « conflittualità », di una maggiore propensione a subordinare la « conflittualità » alla con1patibilità: anzitutto alla compatibilità dell'intento di assicurare lo sviluppo dell'occupazione nel Mezzogiorno con le rivendicazioni contrattuali e settoriali. A Reggio Calabria si è parlato, di « c·entralità » della questione meridionale e si è detto esplicitamente che l'impostazione data alla politica delle riforrne relegava il Mezz.ogiorno « in una posizione non prioritaria nell'elenco dei temi di rifonna da affrontare ». Rilievo critico indirizzato dai sindacati alle forze. politiche? Certo; e non infondato. Ma anche re3
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