GIORNALE A PIU' VOCI La laurea del sottosviluppo Il problema della disoccupazione dei laureati è stato affrontato negli ultimi due anni con sempre maggior impegno. Sono stati pubblicati a più riprese rilevamenti di Istituti specializzati di ricerca oltre che commenti e dibattiti sul quadro che da tali ricerche è andato via via emergendo. L'interesse del tema è documentato dall'estensione del dibattito a tutti i livelli della stampa qualificata, specializzata e di attualità. I suoi riflessi economici immediati, le ripercussioni sulla creazione di « nuove Università e corsi di laurea (l'Università della Calabria, ad esempio) e sulla destinazione dei laureati hanno trasformato questo fenomeno, apparentemente marginale e transitorio in un processo di sviluppo, in un problema carico di implicazioni socio-politiche. Il problema, come è noto, concerne l'intero paese. Anzi, uno dei suoi aspetti più rimarchevoli è proprio il fatto che esso investe con analoghe caratteristiche di fondo sia il Nord che il Sud. Tuttavia con riferimento al Mezzogiorno il problema presenta alcune caratteristiche peculiari. Innanzi tutto la diversa dimensione quantitativa: le cifre indicano un tasso praticamente doppio di disoccupazione qualificata nel Mezzogiorno (12,7%) rispetto all'Italia Centro-settentrionale. Ancora, la disoccupazione intellettuale segnala nel Sud la progressiva perdita da parte della scuola di una funzione positiva nei processi della mobilità sociale proprio quando l'aumento del tasso di scolarizzazione lasciava intravedere una progressiva diminuzione del cronico divario culturale esistente. Rimette poi in discussione le proposte riformistiche che legavano lo sviluppo del Mezzogiorno allo sviluppo dei quadri dirigenti qualificati e che puntavano sulla funzione dell'istituzione scolastica come motore primo di un processo di crescita economica. Queste ed altre considerazioni hanno spinto alcuni ricercatori ad approfondire il problema con riferimento alla situazione nel Mezzogiorno. Noi ci proponiamo qui un breve esame di queste recenti rilevazioni quantitative ed una valutazione delle proposte di soluzione avanzate. Riportiamo innanzi tutto alcuni dati essenziali di riferimento sulla « dinamica occupazionale» dei laureati in Italia: al 1970, i laureati rappresentavano il 3% della popolazione occupata; l'industria ne assorbiva il 13,6% ed il settore terziario 1'85,9%; la percentuale di laureati tra gli occupati nell'industria era pari allo 0,8%; il nun1ero dei laureati per anno è in costante aumento. Nel 1970 vi sono stati in Italia 55.989 laureati contro i 47.740 del42
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