Cronache parlamentari incentivi finanziari, importanti, questi ulti1ni, date le esigenze ingenti in termini di capitali di impianto nei settori di cui ci occupiamo. Occorre tener peraltro conto del fatto che la strategia dei grandi Gruppi chimici e petrolchimici era largamente predeterminata; non potrei cioè affermare che, in mancanza di incentivi - o in presenza di una diversa politica di incentivi - tali Gruppi avrebbero effettuato investimenti « diversi» nel Sud. Inoltre desidero ricordare che al finanziamento ed all'incoraggiamento della strategia di fatto seguita hanno contribuito anche altre situazioni - co111.el'esistenza di disponibilità investibili provenienti dagli indennizzi della nazionalizzazione elettrica - che hanno consentito la integrazione a n1onte e quindi lo sviluppo nel settore della chimica di base. Quantunque più rilevante che non nel Mezzogiorno, lo sviluppo della chilnica secondaria non ha ricevuto un impulso adeguato neanche al Nord, in un'area, cioè, non condizionata dall2 portata di incentivi diretti. Bisogna altresì tener presente che anche in altri Paesi lo ·sviluppo della chimica primaria si è avvalso di forme diverse di aiuto, quantunque non tutte palesi: non vi è dubbio che nei Paesi europei con uno sviluppo particolarmente rilevante dell'industria chimica di base questa ha ottenuto incentivi finanziari, n1entre si è anche fatto ricorso a politiche di contrattazione fiscale e finanziaria. Per quanto riguarda l'Italia, perciò - e n1i riferisco a posizioni pubblican1ente manifestate negli ultin1i n1esi - il problema non era e non è quello di dare gli stessi incentivi al Nord ed al Sud, nel senso di porre le imprese in condizioni di parità nel n10111.entoin cui realizzano alcuni investimenti nel medeshno settore. Il problema è quello di correggere, con gli incentivi nel Mezzogiorno, le differenze causate dai maggiori oneri e costi che nel Sud le imprese devono sopportare, e di articolarveli per il futuro in modo da correggere la prevalenza della chimica di base: un appiattimento politico delle incentivazioni danneggerebbe il Sud senza consentirvi politiche sostitutive. Le linee fondamentali del « piano chimico » italiano - in cui si prevedono ancora rilevanti investimenti nel decennio 1971-80 per l'industria chimica di base - rifiettono senz'altro le esigenze che si pongono al Paese nel settore della chùnica primaria, essendo orientate essenzialmente alla razionalizzazione, sotto .il profilo dimensionale e dell'articolazione produttiva, dei centri petrolchimici esistenti tanto al Nord che al Sud (il che, ripeto, non può tuttavia significare che si debbano concedere gli stessi incentivi ai processi di razionalizzazione da realizzare al Nord e a quelli da realizzare al Sud), ed alla concentrazione territoriale delle nuove capacità di etilene, per operare in termini di rot37
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