Nord e Sud - anno XIX - n. 155 - novembre 1972

Luigi Compagna sci sentiva Marx - « maestro di vita spirituale e morale, e non pastore armato di vincastro » - ed a come invece. lo sentiva Bordiga - « un messia che abbia lasciato una filza di parabole gravide di imperativi categorici, di norme indiscutibili, assolute, fuori delle categorie di tempo e di spazio ». Quello che è certo è che la radice del « dogmatismo marxista», ben oltre i « marxisti », ben oltre Lenin e Stalin, va rintracciata, dal punto di vista meramente concettuale, nello stesso Marx, che pretendeva di avere espulso dal suo pensiero ogni vestigio di profetismo utopistico, qualsiasi segno della « coscienza mistica » e del sogno; e quindi le interpretazioni che più si sforzano di mantenersi fedeli all'originario pensiero marxiano contengono sempre una pericolosa confusione fra postulati e determinismo, presuppostj ideali e dati empirici verificabili, « scienza » e « religione ». La confusione tra « scienza » e « religione » consente al marxismo di essere e di agire come una dottrina omnicomprensiva, dove tutto trova il suo posto; e poiché tutto trova il suo posto succede che non trovi posto la libertà. « La libertà nasce dalla necessità », l'uomo prerivoluzionario non è libero ma è condizionato dalle forze sociali su cui egli non esercita alcun controllo, è avido, aggressivo, imn1orale, egoista e così via, mentre l'uomo postrivoluzionario è finalmente libero, pronto a cooperare ed a dividere i sui beni con gli altri, disposto ad accettare le necessità degli altri come guida essenziale per le sue azioni. Questa immagine deterministica dell'uomo, 1 prima negativa e poi positiva, rientra, per ·certi aspetti, nella tradizione cristiana, che considera l'uomo in base alla dottrina del « peccato originale », ossia come un essere derelitto e senza speranza che può essere salvato solo dalla grazia infinita di Dio; solo che, invece della grazia di Dio che riscatta l'uomo dalla sua cattiva natura, è lo spirito della rivoluzione a portare a termine questa radicale trasformazione. In termini di cultura laica, si può dire che Marx abbia previsto la trasformazione dell'uomo di Hobbes nell'uomo di Rousseau, attraverso un'azione rivoluzionaria che abbatta il Leviatano di Hobbes ed instauri la società primitiva di Rousseau. Ma fra i due momenti, che strategicamente si riassumono nella conquista del potere statale da parte dei rivoluzionari e quindi nella sua estinzione dopo la rivoluzione, era stata anche prevista una fase intermedia, la dittatura del proletariato, che è poi quella su cui maggiorrnente si incentra ai giorni nostri l'analisi storica e la valutazione politica del marxismo e delle esperienze marxiste. Conquistato il potere, la ditta18

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