Nord e Sud - anno XIX - n. 155 - novembre 1972

Luigi Con1pagna il messaggio di Dio e l'eredità del pensiero politico occidentale, tra il verbo della Chiesa e la cultura laica. Ci si potrebbe domandare se anche per il marxismo valgano queste stesse incompatibilità, per cui possa egualmente dirsi che « il passaggio arduo è al liberalismo e soltanto a questo » o addirittura che « Marx assomiglia tanto ad un profeta del Vecchio Testamento ». La verità è che la concezione n1arxista, così con1e si è sviluppata nel corso dell'esperienza storica e dell'analisi politica, si è certamente configurata come una sfida al liberalismo, all'eredità del pensiero politico occidentale, alla cultura laica; quel liberalismo, quella eredità, quella cultura di cui pure l'opera di l\tlarx - e questo i cattolici mostrano troppo spesso di ignorarlo - voleva essere un compimento, prima ancora e più ancora che un superamento. Vi è quindi all'interno del pensiero 1narxista, e dello stesso pensiero di Marx, un oscillare continuo tra storicismo e determinismo, tra « laicismo » e « dogmatismo ». L'idea-forza di l\1arx ( « il mito » avrebbe detto più tardi Sorel), l'idea che ha assicurato il suo successo nel movimento operaio, stava nell'aver proclamato come « verità scientifica » la missione storica del proletariato: dall'alto della filosofia, erede della teologia, Marx aveva consacrato la classe operaia « popolo eletto della storia ». Alla quotidiana lotta dell'operaio per l'esistenza era sta'Lo dato un significato, un'esaltante dignità: in tal senso - e questo i cattolici « progressisti » lo avvertono, magari lo enfatizzano e co1nunque ne sono attratti - Marx è stato senza dubbio uno dei più grandi creatori di speranza che mai il mondo occidentale abbia conosciuto. Alla classe operaia era stata data una « dottrina », che, prima ancora di essere dottrina, era un'arma nella sua lotta per l'emancipazione. La prossima fine del capitalismo, che recava in volto tutti i segni della condanna, il prossin10 avvento del socialismo, questa grande speranza cui Marx aveva saputo dare per primo una base « scientifica », sarebbero stati i contenuti essenziali su cui formare, e forse anche catechizzare, la coscienza di classe degli operai dell'industria. In questo bisogna cercare il segreto della sua autorità su milioni di uomini, pochissimi dei quali conoscono la sua opera e in questo bisogna pure cercare l'origine della tendenza di molti suoi seguaci a considerare la dottrina marxiana oome un « blocco », da sottrarre ai distruttivi effetti dell'analisi critica. Se è vero ed indiscutibile che Marx ha avuto il merito di far passare il socialismo dallo stadio dell'utopia a quello della dottrina sociale con pretesa 16

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