Alessandro Amati all'altra parte, ed è necessario farlo nei nostri regimi democratici in cui le azioni dei governi debbono essere sostenute dall'opinione pubblica. Malgrado ripetute riunioni di Ministri degli Esteri ~ di ambasciatori non si ha l'ilnpressione che si siano fatti progressi in tal senso. Che le riunioni siano più frequenti può essere un bene, ma la :frequenza non può essere un sostitutivo della volontà politica, anche se si dice, come è detto nel comunicato, che la consultazione ha per scopo di definire posizioni comuni a n1edio e lungo termine. I riferimenti alla conferenza sulla sicurezza europea contenuti nel comunicato di Parigi non sono né adeguati né felici. L'aspetto della « sicurezza », che è quello fondamentale, è ignorato; e per quel che riguarda la cooperazione si afferma la volontà di perseguire nei riguardi dei paesi dell'Est una politica cornmerciale comune a partire dal 1 ° gennaio del 1973, come è disposto dal Trattato di Roma, nonché quella di cooperare con tali paesi su basi di reciprocità. In questo contesto si è inserita la nozione del « concerto costruttivo » tra i paesi europei nella loro condotta alla CSCE; inserto che non sembra sia avvenuto senza qualche difficoltà, tanto grande permane l'orrore, sulle rive della Senna ed anche in altri luoghi, per quanto possa apparire manifestazione di una politica di « blocco ». A queste osservazioni critiche gli ottimisti possono rispondere che il punto più importante, la chiave di volta dell'edificio che si vuole costruire, è dato dalla proclamazione dell'obiettivo di « trasformare, prima della fine dell'attuale decennio e nel rispetto assoluto dei trattati sottoscritti, l'insieme delle relazioni dei paesi membri in una Unione europea ». (Ma anche dando il massimo valore a tale dichiarazione essa non risolverebbe i problemi - e quali problemi - a breve scadenza). Della natura e dei compiti di tale Unione nulla si dice. Certo, il termine è scelto per superare le rituali querelles tra fautori di una federazione e fautori di una confederazione. Ma ciò non ce ne dà una configurazione positiva. Due soli elementi di valutazione ci sono dati. In primo luogo si tratta di trasformare i rapporti esistenti. Il termine trasformare ha una connotazjone statica o dinamica? La trasformazione sarà formale o sostanziale? Così, punto capitale, rientreranno nell'Unione i problemi della difesa? Sarebbe tempo che, almeno nelle discussioni non ufficiali, cadesse quel tabù che non fa abbordare seriamente tale argomento. Una Unione politica, se vuole avere una sua politica 12
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