Nord e Sud - anno XIX - n. 155 - novembre 1972

Il « vertice » di Parigi di atteggiamento è quello n1onetario, il che è un fatto positivo, sempre che si abbia cura di inquadrare il non facile negoziato che si aprirà con gli Stati Uniti, nonché quello che investirà gli scambi commerciali in seno al GATT, nel quadro dei rapporti globali che l'Europa ha con essi. In tale quadro l'Europa ha tutto l'interesse di rinsaldare una base di intesa, nell'attuale situazione mondiale, con la superpotenza i cui interessi fondamentali potrebbero non apparire coincidenti solo se dalle due parti si compissero errori macroscopici di valutazione politica. Non crediamo che tale osservazione sia del tutto oziosa perché sulla Dichiarazione (presentata dalla Francia e lievemente emendata dalla conferenza) aleggia tuttora un certo spirito gollista. Così, ad esempio, all'ultimo punto della Dichiarazione mancava ogni riferimento alle amicizie tradizionali dell'Europa che gli altri paesi hanno fatto inserire. Così (strana scala di priorità), sia nella Dichiarazione che nel comunicato, prima si accenna ai rapporti con i paesi in via di sviluppo, poi a quelli con i paesi dell'Est ed infine a quelli con gli Stati Uniti ed al posto dell'Europa nel mondo. La mancanza di unità di atteggiamento dei nove appare infine nel modo più evidente nei confronti dell'avvenjmento internazionale più vicino e più importante, la conferenza per la sicurezza europea. Da questa conferenza, i cui lavori preparatori si apriranno: per la parte procedurale, il 22 novembre ad Helsinki, dipenderà il futuro politico dell'Europa. Concepita e voluta da lunga data dall'URSS, che ne ha ottenuto la convocazione con una tenacia che merita rispetto, essa non sarà un vuoto esercizio in un foro in cui si scambiano dichiarazioni di buone intenzioni. I rapporti con gli Stati Uniti, che attraverso l'alleanza atlantica costituiscono la base della sicurezza dell'Europa occidentale, dovranno - è un interesse elementare - essere ed apparire solidi e intatti per poter negoziare con i sovietici senza subire quelle pressioni che essi esercì tano quando i paesi europei - è necessario citare episodi recenti? - si presentano allo scoperto e in ordine sparso. Tutto ciò deve essere fatto al più presto, non appena la tanto sospirata pace nel Vietnam avrà fatto ·scomparire, con i fu1ni della guerra, anche quelli che offuscano talvolta la reale immagine della politica di Washington. Occorre poi che sia chiaro ciò che i paesi europei vogliono che esca da tale conferenza e ciò che essi a nessun costo potrebbero accettare. È buona tattica diplomatica farlo sapere 11

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