I nodi del liberalis,no potevano essere suggeriti da una certa indeterminatezza del dettato costituzionale, tale affern1azione fu accettata come richiamo irenico a far blocco interno alla Carta fondamentale dello Stato, diluendo il dibattito istituzionale, da un lato, di provvidenzialismo effettuale, dall'altro. Questo taglio della cultura cattolica più avvertita è stato un connotato, caratteristico degli anni '50, ma che non è venuto 1neno neanche negli anni '60. Dietro la spinta, quindi, di una sensibilità istituzionale e sociologica che ha oscillato tra i due poli ai quali abbiamo accennato, il dibattito sulle implicazioni di un costituzionalis1no liberale corretto ha rilevato, in campo cattolico, tutte le contraddizioni di un n1odello ideologico che ha voluto rappresentare le complesse stratificazioni della realtà nazionale, nessuna esclusa, essendo però, spesso, anticipato da ipotesi cli sviluppo che richiedevano scelte molto precise, una minor vocazione all'autofrustrazione, un fresco bagaglio di cultura sperimentale 20 • L'inadeguatezza della cultura regionalista, ammessa più o meno esplicitan1entc da operatori politici e da intellettuali di forn1azione cattolica, è la misura di questa duplice dimensione, del pari insoddisfatta, della cultura cattolica. In altri termini, tra la prospettiva di un garantismo rigido, eh potesse deviare i meccanismi di sviluppo ocio-politici e determinare una crisi di rigetto delle istituzioni, e lo sbocco di t net sociologia pluralistica che gradualmente invalid(lsse in parte o in tutto l'assetto costituzional-garantista nel quale si op ra, generando, per reazione, una tecnocrazia centralizzata o un confuso populis1no n1assimalista, di fronte a quest'alternativa, ripetiamo, al dibattito liberal-dc1nocratico i cattolici hanno dato l'impressione di vivere di rimessa, seguendo, talvolta, passivamente le due prospettive e non contribuendo in 1nisura nlevante allo sciogli1nento di questo importantissimo nodo. Nei confronti della sensibilità liberale nell'affrontare i problehi importanti della vita pubblica, non possiamo dire che i cattolici abbiano chiuso del tutto in pura per• dita negli anni '50 e negli anni '60, così come non possiamo concludere che essi abbiano saputo rinnovare l'etica liberale, inverandola in un contesto che sapesse arricchirla. Una condizione inquietamente interlocutoria li ha accompagnati lungo l'arco di un ventennio, alle soglie degli anni '70. Nel campo più ortodossa1ncnte laico il dibattito sulle istituzioni ha generato ancora di più incertezze e problematicità. E la sensibilità li20 Sull'inadeguatezza della cultura cattolica sul terreno pragmatico-sperimentale cfr. tutta la polemica che ricorrentemente ha fatto capolino nel fortunato saggio di GIORGIO GALLI, Il bipartitismo imperfetto, Il Mulino, Bologna 1966. 121
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==