I nodi del liberalis,no che ci si servisse di certi istituti per n1odificare la nostra impalcatura tendenzialmente liberal-pluralista in una forma di pericoloso giustizialismo, foriero poi di chi sa quali sbocchi? Questa potenzialità contraddittoria di certi sviluppi del dibattito sulla Costituzione poteva facilitare poi, per la sua stessa indeterminatezza, quella metafisica al servizio delle istituzioni, che è stato il pericolo ricorrente che ha caratterizzato la quérelle istituzionale nell'arco del venticinquennio postbellico. Sulle alternative aperte da questo interrogativo la cultura liberale si è trovata spesso in difficoltà. Nella prima ipotesi, cioè sulla base dell'esigenza di un'articolazione graduale dello Stato costituzional-pluralista, nasceva, infatti, una fondamentale difficoltà che non si sono mai nascosti quegli studiosi seri delle nostre istituzioni di formazione illuminista. Questa difficoltà era data dalla celerità delle trasformazioni di una società come quella italiana che è passata rapidamente da una fase di forte sviluppo industriale scompensato ad una fase cosiddetta post-industriale di aggiornamento neocapitalistico, il cui obiettivo ambizioso è stato quello di creare una struttura socio-economica omogenea. Di fronte a questo salto spesso contraddittorio, che è stato la nota dominante dello sviluppo sociale degli anni '50 e di buona parte degli anni '60, il problema che si è posto per quegli operatori politici e civili che volessero articolare, sul terreno operativo, un corretto costituzionalismo pluralista è stato quello di potenziare la dinamica delle istituzioni, cercando di conciliare il ruolo dei poteri di diritto, che reclamavano in modo integrale la loro titolarità nel razionalizzare la vita pubblica, e la funzione di quei poteri di fatto che, per effetto delle trasfor1nazioni in corso, andavano acquistando sempre più spazio. La polemica degli operatori politici e degli intellettuali di formazione liberale sulle garanzie della libertà è consistita, nel suo nucleo fondamentale, in questo tentativo di articolazione dei rapporti tra i poteri che hanno trovato la loro sanzione giuridica nella Costituzione e quei poteri di fatto che, come i partiti, i sindacati, gli enti pubblid, sono stati esaltati nel loro ruolo dallo sviluppo strutturale in corso. Senonché, proprio sul terreno operativo si verificavano delle antinomie tra le potenzialità di assecondare lo sviluppo della Costituzione e la replica pluralistica della società, antinomie che hanno messo a dura prova la nostra cultura politica di orientamento liberale. Se si forzava il quadro liberal-garantista, con la rigidità di certe articolazioni istituzionali, si correva il riséhio di deviare i meccanismi di sviluppo ·socio-politici, generando dei contraccolpi seri sul funzionamento delle istituzioni, .con il pe.ricolo di una loro crisi di rigetto. Vice119
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==