I nodi del liberalis1110 politici e istituzionali, non potevano non favorire una dimensione operativa della libertà agitata e contradittoria, nonostante alcune indubbie conquiste sociali che costituiranno una delle note migliori degli anni del centrismo. Alla consapevolezza non sempre limpida della libertà sul terreno speculativo corrispondeva, nella sostanza, una prassi economicosociale che non contribuiva al chiarimento di certi nodi. Dirigismo centralizzatore e liberismo ortodosso erano formule che hanno circolato con pari invadenza nel quindicennio post-bellico, ed il richiamarsi in modo talvolta rigido sia all'uno che all'altro polo ha avuto il chiaro significato di una notevole confusione delle lingue. Le formazioni politiche che si richiamavano in diversa misura ai modelli liberali hanno riflesso nella gamma differenziata delle loro posizioni interne questa varietà di linguaggio sul terreno economico-sociale. Il dirigismo tecnocratico, alternato spesso alla difesa apodittica dell'economia di mercato, è stato la nota caratteristica della socialdemocrazia. Il pluralismo confuso, nell'ambito del quale la regola dell'associazionis1no si alternava, a sua volta, a una dimensione liberale che rispettasse la dinamica dell'economia di mercato, così com'era, ha costituito il connotato fondamentale, sul piano economico-sociale, del mondo politico cattolico. In altri termini, un giustizialismo desideroso di uguaglianza ad un certo costo, vecchio prodotto di certo populismo della tradizione cattolica, mediava o ha tentato di 1nediare i vecchi e i nuovi filtri dell'agitato liberalismo degli anni '50, con la ricchezza delle sue articolazioni sociali ma anche con la confusa varietà delle sue repliche. La corretta regola di un'economia mista saggiamente dosata, secondo i criteri di una program1nazione che avesse assimilato la lezione del Kejnes, senza ripetere, quindi, gli errori di pianificazione centralizzatrici che eliminassero artificiosamente gli scompensi sociali, fu, infine, l'obiettivo perseguito dai circoli di democrazia laica. Comunque, la varietà delle repliche che si ebbero, ripetiamo nel can1po genericamente liberal-democratico ha dimostrato sia la diversità degli innesti, che il liberalismo italiano ha avuto negli anni '50 sul piano di una confusa cultura politica, che la profondità e l'estensione delle trasformazioni sociali in corso, che sollecitavano un agitato pluralis1no. Se la cultura liberale ha sollecitato una gamma di risposte differe1:- ziate sul piano della terapia sociale, sul terreno istituzionale e sul campo squisitamente politico essa è stata ancor più stimolata nelle sue contraddizioni. Soprattutto, la lunga quérelle istituzionale ha verificato, in concreto, ora 1~ lucidità, ora l'inconsistenza di una cultura politica che, nel suo grado di problematicisrno, andava alla ricerca di una sua definizione. 117
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