1 nodi clel liberalis,no spiritualismo cristiano, i Papini e i Giuliotti, o nelJa contestazione più o meno globale del nucleo centrale dell'attualismo gentiliano, della sua « palude speculativa >), ritjene di condurre un attacco diretto contro gran parte della cultura italiana del passato, presentata come una pluralità di edizioni di motivi spiritualistici o di idealisn10 neoplatonico, cerca di recuperare ad ogni costo quella componente di razionalismo laico che si colloca a metà strada tra l'illuminis1110 e l'idealismo. Gobetti o, meglio, un certo Gobetti è il suo obiettivo: quello iconoclasta e dissacratore; mentre il Gobetti dalla co1nplessa gestazione idealistica, il Gobetti preoccupato della continuità del discorso culturale, quello dell'interpretazione attualista di un certo passato e il rinnovato interprete della teoria n1oschiana della « classe politica », tanto per intenderci, viene tenuto sullo sfondo 11 • Tuttavia, anche in questo caso, forse in modo più marcato di quello di Giaime Pintor, non si recuperano i presupposti illun1inistici del razionalismo ad orienta1nento democratico-liberale, ma si estenuano, al contrada, le sue antinomje come polo punitivo di denuncia. ,Il clima è quello solito della rottura sacrale ad ogni costo. Ma forse la vicenda del « Politecnico » di Vittorini, per come si esaurì, è l'esempio più indicativo di questa prima linea di tendenza della cultura italiana del dopoguerra, della linea di rottura. Non sono noti, forse, tutti i risvolti della chiusura della rivista, dopo una brevissima stagione di impegno. Tuttavia, per come fu articolato l'impegno, per gli obiettivi dissacranti e punitivi che sottintese, la chiusura non poteva non essere un fatto inevitabile. Non staremo, in questa sede, a dolerci dello spirito censorio che sanzionò la chiusura della rivista, anche se la disinvoltura spregiudicata che orientò o cercò di orientare in senso coercitivo gli ultin1i momenti della rivista è il sintomo, purtroppo, della vecchia mentalità autoritariamente « aristotelica » che infonna il nostro costume di vita e tanta parte della nostra din1ensione culturale 12 • A noi interessa inquadrare il segnificativo episodio in una più vasta prospettiva. La pur complessa testin1onianza della rivista, quell'indifferenziato umanesimo laico che ricercò ad ogni costo, sotto forma di irenico empirismo, che costituì, nonostante tutto, la sua nota migliore, avrebbe dovuto essere innestata nel vasto arco di prospettive differenziate di continuità del vecchio discorso culturale, pur nell'esigenza della 11 Sulla particolare pos1z1onc dell antifascismo di Felice Balbo, sulla sua dimensione di rottura e di continuità del discorso culturale dr. Lvrenzo Bedeschi, La sinistra cattolica e il dialogo con i comunisti, Guarda, Parma 1966, pp. 19-22. 12 Sulla chiusura del « Politecnico » di Vittorini è fiorita, possiamo dire, tutta un'aneddotica libertaria che vorrebbe avere il valore, oltre che di denuncia, di ricostruzione di un clima culturale che invece non ha mai avuto. 109
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