Nord e Sud - anno XIX - n. 155 - novembre 1972

Il « vertice » di Parigi nel quadro di questo scritto non trova posto neppure per un breve cenno e di cui ci si limita a sottolineare l'importanza. Meno preciso risulta - ma meraviglierebbe il contrario - il programma di azione nel campo sociale di cui la paternità risale al governo della Repubblica federale. Premesso che si considera indispensabile pervenire ad una crescente partecipazione delle parti sociali alle decisioni economiche e sociali della Comunità, si dà mandato alle istituzioni comunitarie di redigere un program1na, entro il 1° gennaio del 1974, avente per fine l'attuazione di una politica coordinata in materia di occupazione, la collaborazione dei lavoratori negli organi delle imprese, nonché la tendenza alla conclusione di contratti collettivi europei. Neppure si dimentica l'azione volta alla protezione dei consumatori in un programma non poco an1bizioso e, nella sua vastità, non eccessivamente coerente. Altro rapporto è commissionato alle istituzioni comunitarie, sempre per il 1° gennaio del 1974, per un programma di azione nel campo dell'industria che miri a creare una base industriale eguale per tutta la comunità. Il quadro d'azione nel campo economico e sociale è completato dall'affermazione di interesse per una politica di protezione dell'ambiente per una politica energetica che garantisca un approvvigionamento in condizioni economiche soddisfacenti. Questo programma, variamente concreto, ma indubbiamente concepito in base ad una visione globale, pur con talune manchevolezze, ed enunciazioni di principio la cui attuazione sembra problematica (il punto primo della Dichiarazione ricorda molto opportunamente, anche per chi è al di là dei Pirenei, che .l'Europa è fondata sulla democrazia - e la democrazia senza qualificazioni si fonda sulle elezioni, e l'elettore deve pure essere considerato), fornisce comunque una piattaforma più che sufficiente all'azione che dovranno svolgere gli organi comunitari. Pertanto il giudizio che se ne dà è completamente positivo e ciò tanto più in quanto i risultati che si sono illustrati sono stati raggiunti in seno alla Comunità allargata, nella quale i nuovi membri (già dal 1° gennaio del 1972 praticamente ammessi nei consessi comunitari) hanno mostrato di saper pienamente adattarsi allo spirito e ai metodi della prassi comunitaria e di dare un contributo più che apprezzabile alla costruzione europea. Sul piano istituzionale sono anche da registrare dei progressi. Non quelli auspicati da molti:· reiezione dei n1embri del parlamento 9

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