I nodi del liberalisrno laica che circolò negli anni del dopoguerra, di una sensibilita che coinvolse il pensiero liberale anche se non lo esaurì compiutamente. I problemi che, in sostanza, ha dibattuto il Garin sono i temi che, dagli anni '50 in poi, hanno condizionato sia direttamente che indirettamente il pensiero liberale. Su siffatti temi la quérelle sulle garanzie della libertà interviene sistematicamente per verificarne la legittimità, la consistenza speculativa, i limiti operativi. E, di volta in volta, tale polemica si rinnova nei contenuti oppure si irrigidisce nelle aperture. Comunque, accerta anch'essa il suo grado di aggiorna1nento e la sua vocazione ad andare fino in fondo. Così, i nodi dell'illuminismo, le cui esigenze di rinnovamento speculativo ed operativo si fanno sentire sin dall'immediato dopoguerra, pongono quesiti molto difficili agli ideali liberali che debbono articolarsi, soprattutto, come sistema di garanzie e di limiti. Le sollecitazioni contrastanti della complessa parabola idealista estenuano il tema delle garanzie della libertà in una verifica ricca di contraddizioni. A loro volta, le qiverse aperture sperimentali, misura sia della capacità di approccio della cultura liberal-democratica che del suo stato ansioso, da un lato, sono la risposta in chiave pluralistica di una società ricca di contraddizioni all'esigenza di articolare con ampiezza, appunto, le garanzie della libertà, dall'altro, rischiano di coinvolgere il delicato tema in una varietà contraddittoria di nuove domande che non hanno solo per obiettivo l'argomento delle garanzie. In ogni caso, su quest'ultimo piano la confusione può essere grande. Di fronte a questi nodi non facili da sciogliere, le trasformazioni di una società come quella italiana di questo venticinquennio contribuiscono ad aggravare le difficoltà con sempre nuovi problemi. Illuminismo, idealismo, le varie edizioni di sperimentalismo in atto rischiano di essere semplici etichette, involucri senza forma, in una crisi di rigetto di tutto un discorso culturale dell'eredità liberale che si è profilata minacciosa lungo l'arco di un ventennio. Tra le tante spinte contrastanti, infatti, la caratteristica forse più importante del lungo dibattito del dopoguerra è un diaframma continuamente mobile, che cerca di cristallizzarsi definitivamente, tra gli ideali, che possono più o meno essere riportati a una matrice genericamente liberale, e una realtà in trasformazione continua che, di volta in volta, Ii conferma e li smentisce. Un rendiconto, quindi, della cultura liberale di· questo dopoguerra non può essere un bilancio, sia pur sommario, di queste conferme e di queste smentite. Subito dopo la fine della guerra si registrava una doppia linea di tendenza nell'ambito del. nostro tormentato itinerario culturale. 107
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==