Vibio Bongini Un giorno i giornalisti-dirigenti emettono alla RAI un severo ordine di servizio per cui non è assolutamente consentito. che gli autisti facciano ore di straordinario. Il giornalista-giornalista, però, ha bisogno, subito, di una « pizza » che è all'aeroporto di Fiumìcino, giunta mezz'ora prima da lviilano. Urge questa pizza perché il telegiornale sta per andare in onda. Ma il giornalista-giornalista non può servirsi dell'autista che farebbe lo straordinario. Allora telefona al giornalista-dirigente. Che nemmeno lui può autorizzare lo straordinario agli autisti. Ma il giornalista-dirigente (che è più dirigente che giornalista) si ricorda che c'è Gondrand. Telefona. A Fiumicino arriva un camion portata 20 tonnellate con sei facchini per carico e scarico. Caricano, purtroppo, solo una pizza: poco più di un chilo di roba. Sembra una « cartolina del pubblico ». E invece è storico, fin nei minimi particolari. A dimostrazione di che cosa e di quanto incida, nell'econon1ia del giornalismo italiano, la massiccia presenza di questo tipo di giornalismo televisivo. Che, si badi bene, ha tutti i crismi della regolarità. Perché non si è mai dato che un praticante della RAI sia stato bocciato. E che sono scemi, i « con11nissari », a bocciare uno della RAI? Chi li chian1a più ai gettonatissimi dibattiti televisivi? Ad ogni n1odo il giornalismo televisivo è lì e fa peso. Sia quando trasforma il giornalismo puro in giornalismo dirigenziale che deve occuparsi degli straordinari degli autisti e della carta igienica occorrente negli studi di via Teulada, sia quando invade la piazza con una pletora di « professionisti » regolarmente bollati e daziati. I quali fanno un danno relativo sinché restano nelle loro tane televisive o dietro gli strani aggeggi che somigliano più ad un lavandino che ad una cattedra. Ma che diventano pericolosi quando, forti della « simpatia da video », dilagano sulla carta stampata. lVIentre con autentico terrore viene fatto di pensare che cosa accadrebbe se una RAI seria sfoltisse gli affollatissin1i ruoli che l'hanno trasformata in un pachiderma e buttasse a « guadagnarsi il pane » la miriade di giornalisti laureatisi in questi ultimi anni. Con la concezione di casta che domina l'Ordine, per un paio di generazioni in Italia non ci sarebbe più spazio per chi sa scrivere. Meglio, molto 1neglio, allora, abolirlo questo « Ordine ». In nome, se si vuole, della Costituzione e della libertà di parola. In nome della serietà, soprattutto. VIBIO BONGINI 100
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