Nord e Sud - anno XIX - n. 155 - novembre 1972

Alessandro Amati alla seconda tappa di tale unione, con un programn1a graduale, ma preciso. Entro il 1973 sarà creato un Fondo europeo di cooperazione monetaria che nella fase iniziale avrà il compito di concertare l'azione delle banche centrali per mantenere la parità tra le varie monete, provvedere alla gestione del sostegno a corto termine tra le banche centrali alla fine di ogni mese. Due rapporti dovranno essere presentati entro il prossimo anno: entro il 30 settembre per le questioni riguardanti i crediti a breve termine ed entro il 31 dicembre per la messa in comune progressiva delle riserve. Il Fondo, una volta 111esse in con1une parte delle riserve delle banche centrali comunitarie, potrebbe emettere « unità di conto europee». Principi realistici ed equilibrati vengono fissati all'azione dei paesi comunitari in vista della riforma del sistema monetario internazionale; ed a questo riguardo si può notare un ammorbidimento di talune onnai classiche posizioni dottrinarie francesi circa la funzione dell'oro. Questo insieme di misure, di cui non si può non rilevare l'im.- portanza e la concretezza nel settore considerato, dovrebbe fornire ai paesi della Comunità - o, per meglio dire, alla Comunità stessa - lo strumento primo per la sua espansione ed il suo equilibrio economico. Poiché, però, per ottenere un equilibrato sviluppo economico e sociale, l'ordine monetario è elemento necessario, ma non sufficiente, si è deciso di correggere gli squilibri regionali dell'area co1nunitaria attraverso l'azione di un Fondo per lo sviluppo regionale che dovrà essere alimentato dalle risorse proprie della Comunità e che dovrà entrare in funzione prima del 31 dicen1bre 1973. Come è noto, l'istituzione del Fondo è stata un successo per il nostro paese il quale si è trovato ad avere alleati per tale obiettivo l'Inghilterra e l'Irlanda nel quadro di quel vasto do ut des a cui danno luogo gli incontri comunitari. La formula adottata rispecchia fedelmente gli interessi dei tre principali interessati. Il Fondo dovrà infatti correggere - con priorità e con azione coordinata con quella nazionale - « i principali squilibri regionali nella con1unità ampliata, in particolare quelli risultanti da una predominanza agricola, dalle trasformazioni industriali e da una sotto-occupazione strutturale ». Se tale decisione viene ovviamente incontro alle nostre esigenze, è anche chiaro che l'uso che si farà del Fondo, « coordinato con gli aiuti nazionali », darà luogo a tutta una problematica che 8

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