Nord e Sud - anno XIX - n. 154 - ottobre 1972

Statuto dei lavoratori e medicina nuove basi; lo si è ottenuto in qualche nazione, per esempio la Svezia (pur essendo le industrie per il 93% in mano privata), mediante l'istituzione dei consigli aziendali, di cui fanno parte sia i datori di lavoro che i lavoratori, oltre a rappresentanti dello Stato. In qualche industria si è riuscito ad abolire il sistema del cottimo e della catena di montaggio, come nella fabbrica di autocarri Saab-Scania; organizzando il lavoro su nuove basi si è ottenuto che l'operaio si senta corresponsabile dell'azienda e non più un semplice esecutore di ordini. *** Ho cercato in questo commento allo Statuto dei lavoratori, per quanto riguarda la Medicina del lavoro, di mettere in evidenza ciò che si può ottenere dall'applicazione delle varie norme, e come sia utile, anzi necessario, collegare detta riforma a quella più vasta, la riforma sanitaria, che creando le Unità sanitarie, darà largo posto alla Medicina del lavoro. Potrà così essere salvaguardata l'integrità fisica e psichica del lavoratore. Come ha ben detto Condorelli « la malattia assume la sua più peculiare caratteristica per il modo in cui il male fisico si ripercuote sulle facoltà psichiche, il cui complesso costituisce la « personalità », intesa come individualità umana cosciente e agente ». Guido Calogero in una conferenza su « Lavoro e gioco nella società di domani » ha detto che il lavoro per sé non nobilita nessuno, quel che nobilita è la partecipazione al lavoro; e aggiungerei, sempre che sia rispettata la personalità umana. Ma, anche ridotto a poche ore la settimana, qualunque sia la finalità che ci si propone raggiungere, non è possibile né umano abolire il lavoro, sia fisico che psichico, perché come ha detto Albert Camus: « Sans travail, toute vie pourrit, mais sous un travail sans ame, la vie étouffe et meurt ». SCIPIONE CACCURI 93

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==