Nord e Sud - anno XIX - n. 154 - ottobre 1972

Scipione Caccuri datore di lavoro, si è affermato che è aumentato, e 1n alcuni casi, 1n modo rilevante, l'assenteismo. Al fenomeno dell'assenteismo, già da molti anni, sono state dedicate numerose indagini al fine di individuarne le cause. Se in alcuni casi l'operaio non si presenta al posto di lavoro, accusando turbe di scarso rilievo o perfino inesistenti, in altri invece, e credo che siano i più numerosi, l'assenteismo è dovuto a fattori complessi, dipendenti dal lavoro stesso, specie per quanto riguarda i ritmi, la meccanicizzazione, l'automazione, la monotonia, il lavoro parcellare ecc. Oltre a ciò bisogna tener conto anche delle condizioni ambientali: rumori, vibrazioni, temperatura, polvere, gas nocivi ecc. che certamente contribuiscono all'insorgenza di turbe psicosomatiche, specie poi quando a questi fattori si unisce anche lo stato di fatica, che a lungo andare porta all'usura. Secondo Fiandaca, l'assenteismo, che era del 6-10% prima dell'applicazione dello Statuto, allo stato attuale è molto aumentato fino a raggiungere livelli al6ssimi, e ciò per mancanza di controlli e di nuovi servizi medici per fronteggiare e rimediare alla situazione creata dall'art. 5. Parecchi medici di fabbrica hanno negato che ciò corrisponda alla realtà. Per esempio, nell'azienda Elettrica Municipale di Torino, come ha riferito Poli, prendendo in considerazione l'andamento delle assenze dopo il 1 ° giugno del 1970, non si sono rilevate modificazioni sostanziali. Anche Sassi, Medico Capo della Pirelli, ha dichiarato che non c'è aumento dell'assenteismo che, d'altra parte, è sempre esistito; e secondo Frey di Trento, nelle industrie oggetto della sua osservazione, l'assenteismo è aumentato soltanto di 6 ore all'anno, e cioè l'operaio lavora un'ora in meno la settimana. Remondino, psicologo della Fiat, già nel 1965 aveva dichiarato che l'assenteismo non si combatte con le visite fiscali, con i premi antiassenteismo ecc., ma con la riorganizzazione dei servizi aziendali. Bugard, a proposito della fatica, ritiene che abbia molti tratti in comune con l'assenteismo, e considera la fatica come un assenteismo parziale. In una inchiesta che mi è stato possibile eseguire in alcune industrie napoletane ho potuto rilevare che, a prima vista, si ha l'impressione che, in seguito all'applicazione dello Statuto aumenti l'assenteismo. Però, quando si eseguono dei rilievi numerici sull'assenza per malattia nei diversi reparti, si arriva a delle conclusioni differenti. In una industria metaln1eccanica con circa 600 operai, rilevando le assenze dal 1966 al 1971 e confrontando la percentuale dell'assenteismo nei primi sette 1nesi del '71 a quella degli anni precedenti si è notato un notevole incremento; infatti dal 1966 al 1970 la percentuale ha oscil90

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==