Renato Scognamiglio gioni ed esigenze di una disciplina limitatrice dello sciopero, e per cui soprattutto l'autodisciplina delle organizz~zioni sindacali, ma anche la regolamentazione negoziale, possono costituire una valida alternativa. A voler considerare su quest'ultimo punto che, se la disciplina del lavoro pubblico non può attuarsi a mezzo del contratto collettivo (e tuttavia si afferma a ragione che costituisce il frutto di una negoziazione collettiva di fatto), si potrebbe forse, e più agevohnente, configurare l'ammissibilità e rilevanza di accordi tra le associazioni sindacali e la pubblica amn1inistrazione, che abbiano ad oggetto la regolamentazione dei criteri e modalità della lotta sindacale. Ma non ritengo di dovenni intrattenere oltre su interrogativi e rilievi di diversa indole e portata, che potrebbero farsi e certamente emergeranno in gran copia dalla successiva discussione. Mi pare piuttosto, e per venire alla conclusione, di poter riaffermare una meditata speranza ed un più fondato auspicio sulla validità ed il successo della linea di disciplina negoziale dello sciopero. Certo il discorso, che così si propone, può sembrare ostico o addirittura inaccettabile a chi ritiene di dover respingere ogni possibilità o criterio di regolamentazione, necessariamente preventiva, di uno strumento di lotta, che si vuole destinato a temperarsi soltanto di fronte alle asperità e ai contrasti della realtà economica e sociale, ed io stesso, per le considerazioni che ho svolto in principio, sento la suggestione di un siffatto ordine di considerazioni. Ma una visione più equilibrata e consapevole dei problemi e delle difficoltà sollevate dal ricorso sempre più frequente allo sciopero e dallo inasprirsi delle sue modalità df attuazione, deve indurre a valutare altre ragioni ed interessi di valore generale, che militano per l'adozione di mezzi di prevenzione e regole di attuazione. A questo riguardo, e di fronte alla spinta delle forze interessate ad un intervento legislativo in materia, il dibattito e poi l'avvio verso soluzioni concordate intorno ai metodi ed ai criteri della disciplina dello sciopero propongono un'alternativa, che merita un giudizio di attesa favorevole. Ove si consideri che in tal modo il sindacato, sottraendosi ancora una volta, e secondo la sua innata ed irresistibile vocazione libertaria, ad ogni intervento di tipo autoritario, viene a farsi esso stesso assertore o pron1otore di una regolan1entazione che, per essere l'espressione della sua autonomia, offre per sempre una idonea garanzia, e un valido presidio, alla genuina affermazione degli interessi delle classi lavoratrici. RENATO SCOGNAMIGLIO 78
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