Editoriale cratici che già tanti danni ha provocato all'indomani della scissione socialista: in questo caso i problemi, o meglio le soluzioni dei problemi si allontanerebbero sempre di più e le risse sugli schieramenti prenderebbero di nuovo il sopravvento. Di questo e' è forse un prinio accenno allorché Tanassi dice nella sua intervista: «Io sostengo che non bisogna creare frattanto l'illusione che si tornerà al centro-sinistra senza pagare il prezzo che questa operazione comporta. Per i socialisti il prezzo richiesto è quello di sempre: ro,npere in modo definitivo con il PCI». Ora noi siamo, e sianio stati, contro il frontismo comunque caniuffato ed abbiamo denunciato l'assurdità della politica dei nuovi equilibri, ma quando De Martino dice che « dal lato politico la nos'tra autonomia si esprime nella disponibilità del partito socialista ad assumere responsabilità di governo indipendentemente dalle posizioni del partito comunista », noi dobbiamo esprimere soddisfazione più che preoccupazione, se veran1ente non vogliamo la chiusura di ogni discorso di prospettiva con il PSI e se non voglia1110 fare il gioco dei Bertoldi che non è quello di De Martino. Sappia1110, infatti, che il più delle volte la polemica sui rapporti col PCI è servita ai socialisti dell'uno e dell'altro partito ad evitare ed accantonare chiarimenti ed approfondimenti sui contenuti. Ecco noi vorrem1110 che il congresso di Genova fosse per il PSI un congresso di chiarimenti, e di approfondimenti, non di « auto-accantona111ento ». I chiarimenti sono possibili riscoprendo magari il filone del realistico riformismo salveminiano, per contrapporlo non s'alo al massin1alismo, ma anche ad un certo tipo di riformismo di maniera, e a riformismi settoriali o, peggio, corporativistici che tradizionalmente hanno viziato gli atteggiamenti ed i comportamenti del socialismo italiano e che sono incompatibili non solo con una concezione meridionalista dello sviluppo italiano, ma anche con una program111azione la quale non voglia creare nuovi squilibri, ma voglia correggere quelli che sono all'origine della crisi che ci ha investito. 5
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