Nord e Sud - anno XIX - n. 154 - ottobre 1972

Renato Scognamiglio subordinati in senso proprio. Mentre rimane dubbio che si possano profilare limiti, e di carattere intrinseco, riguardo a qu_ei soggetti che, pure legati da rapporti di impiego (pubblico), sono investiti di una funzione, sovrana, e quando l'astensione dalla prestazione dovuta non sia impedita per altro verso da uno speciale status subiectionis. Per quel che attiene poi ai condizionamenti o limiti, pertinenti all'attuazione dello sciopero, non pare possibile ravvisarne altri, sul piano del fatto, che non sia quello offerto dalla stessa possibilità di resistenza di chi, astenendosi dal lavoro, si priva altresì della retribuzione. Per il resto si può contare solo fino ad un certo punto, se pure non costituisce una spinta ad adottare certi mezzi di lotta, su preoccupazioni attinenti al danno che lo sciopero in concreto, ma al limite secondo la sua stessa logica, può arrecare alla impresa o a settori più o meno vasti della popolazione. Coerentemente a tali ragioni, lo sciopero, diritto collettivo di resistenza, non sembra richiedere una disciplina regolatrice della sua attuazione; che di nuovo, e per la sua migliore funzionalità, dovrebbe restare libera e soltanto essere governata dalla valutazione degli interessi del gruppo, senza dover fare i conti, in vista del suo contenuto, con la esplicazione di uguali e concomitanti diritti di altri soggetti. Questo non toglie evidentemente che talune limitazioni, più o meno pesanti, possano ammettersi e disporsi dal legislatore, o anche ed in rnancanza rinvenirsi nel sistema ad opera del Giudice ( come è avvenuto nella nostra giurisprudenza recente, con l'avallo delle sentenze della Corte Costituzionale, secondo cui le ragioni dello sciopero possono eventualmente soggiacere alla considerazione di interessi generali e di valore preminente). Si tratta a tutta evidenza di lin1iti estrinseci ed occasionali: per cui la compressione del diritto di sciopero avviene in dipendenza di scelte di natura politica, che tra l'altro, ove pure siano ispirate alla tutela primaria dell'ordine generale della società, fatalmente offrono un puntello alla posizione del ceto padronale, con la conseguente esaltazione (in certa misura inevitabile) del momento politico ( della decisione). Ma proprio a questo riguardo la divisione tra gli opposti indirizzi ideologici, e le forze politiche rappresentative di interessi contrastanti, si fa più netta ed appare quasi incolmabile, almeno fin quando permangono (ma allora l'esigenza di una disciplina sembra maggionnente pressante) le più aspre tensioni economiche e sociali. Cosicché da un lato non riesce possibile realizzare al livello legislativo la sintesi pacificatrice delle divergenti istanze e pretese, dall'altro appare fondata, e viene avvertita anche da chi maggiormente si duole 64

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