Nord e Sud - anno XIX - n. 154 - ottobre 1972

Argomenti ropei, e specialmente in Italia, dove, ai danni provocati dalla generale flessione economica e dalla recessione specifica che interessa l'industria tessile, si aggiunge la sovracapacità produttiva di fibre dovuta allo sviluppo della domanda, negli ultimi anni, assai inferiore di quanto si prevedeva. L'eccedenza delle produzioni ha portato al crollo dei prezzi; e ciò è avvenuto proprio quando crescevano i costi del lavoro, e del danaro, e l'obsolescenza tecnica investiva i macchinari. L'intervento della Montedison nel settore è di drastica soppressione delle lavorazioni di fibre artificiali e di ristrutturazione, agli stessi livelli produttivi di quelli attuali, delle fibre sintetiche. Tra le due possibili alternative di azione, distinte tra loro dal grado di incidenza sugli equilibri occupazionali preesistenti, la Montedison si dichiarerebbe disposta ad accogliere quella meno onerosa sul piano sociale. Questo progetto richiede un globale rinnovo degli impianti, dei servizi e delle realizzazioni anti-inquinamento con un investimento di 150 miliardi. Per sviluppare le capacità produttive del Gruppo nel settore fibre si conterà esclusivamente sulle attività della nuova iniziativa nella Valle del Tirso, alla quale la Montedison partecipa insieme all'ANIC per un investimento globale di 215 miliardi. Per il settore tessile la ristrutturazione dovrebbe operarsi nel quadro della legge 1.12.71, n. 1101, attraverso un finanziamento a tasso agevolato nella misura di circa 47 miliardi. Ma, come già dicevamo in precedenza, l'entità delle richieste appare spropositata rispetto alle possibilità di finanziamento globale assicurate dalla legge tessile. In ogni modo il problema del riordinamento del settore fibre è quello che maggiormente incide sui livelli d'occupazione in quanto anche con la soluzione meno dannosa restano, comunque, 9.500 dipendenti senza posto di lavoro. Per questi, il Gruppo, come già abbiamo riferito trattando dei punti di crisi, sollecita dal Governo iniziative di riconversione per circa 230 miliardi. Nel settore della grande distribuzione si continuerà la politica di espansione adottata dalla Standa negli anni precedenti, investendo 135 miliardi destinati allo sviluppo della rete dei centri di distribuzione regionale e dei punti di vendita. Globalmente gli interventi interessano per il 50% del loro am1nontare le regioni settentrionali, per il 30~ quelle del Centro e solo per il 20% il Mezzogiorno. Per gli alimentari, oltre alla formazione dell'ALIMONT, società che concentra tutte le aziende alimentari del Gruppo, non si hanno particolari dettagli del piano d'investimenti e la stessa misura degli investimenti indicata intorno ai 65 miliardi, deve ritenersi approssin1ativa, in attesa di una maggiore specificazione dei -programmi della nuova società del Gruppo. 59

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