Argonienti lenta reazione da parte degli altri industriali del settore dichiarato ufficialmente in crisiì è da ritenersi che non meno di 600 miliardi rappresentino il fabbisogno di nuovo denaro da reperire al più presto tra i fondi pubblici per cancellare i punti di crisi denunziati dalla società di Foro Buonaparte. Prima di tirare le somme del nostro discorso resta da affrontare il tema della nuova strategia del Gruppo quale risulta dai programmi di investimento per il prossilno quinquennio contenuti nelle ipotesi di ruolo formulate dalla Montedison per la programmazione nazionale. Sulla necessità che il Gruppo riassuma una propria ben definita fisionomia produttiva attraverso il potenziamento delle attività chimiche e la razionalizzazione delle lavorazioni deìle fibre e delle trasformazioni tessili, non possono sussistere più dubbi. Per gli altri settori egualmente ritenuti prioritari (alimentari e grande distribuzione), il discorso è più complesso in quanto si tratta di attività non strettamente pertinenti al ruolo che la Montedison intende consolidare, ma che per l'alta redditività dei relativi investimenti rappresentano uno dei principali punti di forza del Gruppo. Complessivamente i programmi per il quinquennio 1972-75 si riferiscono ad investimenti dell'ordine di circa 3.000 miliardi così ripartiti: 2.390 miliardi, pari all'80% del totale, per il settore chimico; 410 miliardi, pari al 14% del totale, per il settore delle fibre chi1niche e delle trasformazioni tessili; 200 miliardi, pari al 6% del totale, per i settori della Grande Distribuzione e degli Alimentari. Nel settore chimico, i nuovi investimenti dovrebbero capovolgere la situazione in atto, riguardando, in maggior misura, la chimica fine e la parachimica, che non la chimica di base. Sul piano territoriale questi nuovi investimenti si distribuiscono per il 60% nel Mezzogiorno e per il 40% nel Centro Nord. Gran parte dei programmi può ritenersi già co1npletamente definita, risultando numerose istruttorie aperte presso il CIPE che deve pronunciarsi sui criteri di conformità degli stessi rispetto al programma nazionale e definire la misura dei contributi a fondo perduto e dei finanziamenti a tasso agevolato. Nel Mezzogiorno i punti salienti del piano d'investimenti riguardano un complesso di nuovi impianti petrolchimici da realizzare a Priolo, ulteriori impianti per produzioni inorganich~ da localizzare nella provincia di Ragusa e una serie di interventi nei settori petrolchimico, dei prodotti per l'industria, dei prodotti per l'agricoltura, oltre ad interventi per il ~antenimento dell'efficienza de.gli impianti già esistenti e per opere infrastrutturali specifiche ed anti-inquinamento. Nella petrolchimica, a Brindisi, si prevede di investire oltre 250 miliardi per impianti 57
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==