Argomenti sibilmente migliorato la posizione dei lavoratori esuberanti, ridottisi da 1.743 unità a circa 460 persone, per lo più residenti in Toscana e in Puglia per le quali, allo stato attuale, non sembra attuabile alcuna ragionevole soluzione alternativa. Nel settore della trasfonnazione delle matede plastiche, la cessione della fabbrica di Ravenna ha risolto il problema contingente di 246 addetti, mentre altre 680 persone devono considerarsi tuttora esuberanti nelle fabbriche di S. Damiano di Brugherio e di Ponticelli. Tuttavia, almeno a medio termine, l'espansione della Montedison chimica dovrebbe, di riflesso, coinvolgere quegli stessi punti di crisi, favorendo soluzioni alternative per l''occupazione. Tra i settori più disparati che restano compresi nei punti di crisi del Gruppo, per quello delle attività commerciali di distribuzione, raggruppate nei centri di vendita DROP, dislocati qua e là nella penisola, una soluzione soddisfacente dovrebbe essere rappresentata dalla cessione di questa catena di negozi a operatori specializzati, mentre molto più difficile è la situazione dell'azienda editoriale Vallecchi che dovrà essere messa in liquidazione. L'unico settore che non ancora abbiamo preso in esarne è quello metalmeccanico i cui punti di crisi coinvolgono l'occupazione di circa 1.600 addetti. Ma questo è un discorso che necessaria1nente deve essere svolto a parte in quanto la Montedison include le proprie attività metalmeccaniche nel gruppo dei settori non prioritari che il Gruppo intende cedere. Questi punti di crisi sono distribuiti in Piemonte (Novara: Monter; Alessandria: IMES), Lombardia (Milano: Galileo e Saigarage), Veneto (Battaglia T.: Galileo), Liguria (La Spezia: Galileo), Marche (Pesaro: Off. Montedison), Toscana (Firenze: Montedel e Galileo), Lazio (Roma: Galileo, Pomezia: Montedel). La cessione ad altri operatori che si interessino a tali attività non dovrebbe creare gravi difficoltà per cui è possibile che l'esuberanza di personale in tali stabilimenti potrà essere recuperata. In definitiva, quindi, il piano di ristrutturazione interessa per il 60% il settore fibre che, poi, è quello che risulta territorialmente più accentrato (1'80% del personale iinpiegato è distribuito in Piemonte e Val. d'Aosta) e nella strategia a lungo termine del Gruppo è quello maggiormente in crisi. Infatti, se teniamo conto dei programmi a breve termine, degli effetti degli investimenti aggiuntivi, del potenziamento previsto per il settore alimentare e delle conseguenze della cessione delle attività non prioritarie, l'occupazione eccedente nei punti di crisi do55
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