CRONACHE MERIDIONALISTE Come creare l'imprenditore di Romano Prodi ( da "2.4 ore,,) Il problema del Mezzogiorno è opportunamente ritornato al centro del dibattito economico, ma vi è ritornato proprio quando i rfrnpianti per le occasioni perdute superano di molto le speranze di una prossima soluzione del maggiore « nodo » dell'economia italiana. È infatti d'obbligo essere pessimisti in un momento in cui il progresso econo1nico appare se1npre più difficile e l'occupazione industriale è stazionaria, se non addirittura in diminuzione: non a caso il dibattito si è riaperto sulle colonne de « Il Sole-24 Ore » proprio riproponendo il vecchio problema della co1npatibilità fra lo sviluppo del Mezzogiorno ed il mantenimento della piena occupazione nelle altre regioni del Paese. Se infatti non sono stati compiuti decisivi progressi nella politica nieridionalista quando l'occupazione industriale si accresceva di migliaia di unità all'anno, non è certo legittimo pensare di avere un più facile cammino in un periodo in cui il processo di moltiplicazione dell'imprenditorialità si è arrestato e milioni di disoccupati si contendono i pochi posti di lavoro aggiuntivi previsti dalle iniziative approvate dal CIPE. Non solo infatti assistiamo a questa gravissima crisi della dinamica industriale, n1a vediamo anche sparire quel generale consenso sulla positività dello sviluppo, che era stata una delle fondamentali caratteristiche dell'Italia degli anni '60. Il risultato di tutto ciò è una tendenza suicida verso la terziarizzazione prematura ed anticipata del nostro sistema economico, tendenza che, nel Mezzogiorno più che altrove, finisce con l'espandere artificiosamente l'area della rendita (anche se spesso si tratta di ben miserevoli rendite) a scapito dello spazio ricoperto dall'imprenditorialità. Il suicidio sarebbe poi completo se dovesse fare altra strada il mito dello « sviluppo zero », mito che, creato per ben altri tipi di società, viene tuttavia accolto in modo positivo anche da troppa parte dell'opinione pubblica del nostro Paese. Lo sviluppo del Sud dipende infatti necessariamente da una generale politica di espansione e da un nuovo boom degli investimenti, senza cui 34
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