Vittorio Barbati giungere sia nei rapporti di scambio internazionali che nei rapporti di scambio interni. È tuttavia un fine al quale si. deve tendere per garantire a tutto il paese uno sviluppo sostanzialmente equilibrato. Per quanto riguarda la competitività in campo internazionale! e quindi la capacità del sistema di attivare in modo equilibrato i suoi scambi con il resto del mondo, l'influenza delle strutture di ricerca scientifico-tecnologica, o in senso più ampio delle strutture del cosiddetto settore terziario superiore o quaternario, si va facendo sempre più decisiva. E questo, com'è noto, è purtroppo uno dei punti dolenti del nostro sistema, che non ha certo raggiunto in questo settore uno sviluppo paragonabile a quello dei sistemi più evoluti. Per quanto riguarda gli scambi interni, il discorso è più o meno simile. Questi scambi si risolvono, inevitabilmente, a favore delle zone più evolute, che sono le maggiori fornitrici di beni e servizi. Nel nostro paese l'elemento che in un certo modo ha assicurato ed assicura, un certo equilibrio negli scambi interni è stato, ed è, proprio l'apparato pubblico, che ha fornito, e fornisce, alle aree meno evolute una parte notevole dei mezzi di pagamento mediante i quali esse hanno potuto, e possono, controbilanciare, con flussi finanzjari e monetari, i flussi reali provenienti dalle aree più evolute. Questo, però, se è un fattore di equilibrio lo è anche di cristallizzazione. Impiegando in questo modo i mezzi finanziari a sua disposizione, l'apparato pubblico sottrae consistenti risorse a quegli investimenti che sarebbero jnvece necessari ·per assicurare un vero decollo alle aree meno progredite. Consente loro di vivere, ma rallenta il loro sviluppo. È evidente che si tratta di un circolo vizioso, che ha le sue origini in fattori strutturali, e per giunta rigidi. Questo circolo vizioso, che, come si è detto, ha un'origine essenzialmente strutturale, può essere spezzato solo agendo sulle cause, ossia, appunto, sulle strutture. Qui si entra ancora nel ginepraio. Esistono, infatti, delle strutture che condizionano le altre, e sulle quali, quindi, bisogna agire prima che sulle altre. Non è difficile individuarle: si tratta essenzialmente delle strutture destinate a mettere in atto la politica finanziaria statale. Il pauroso accu.mulo dei residui passivi, sia propri che· di stanziamento, prova che ormai queste strutture sono ben scarsamente funzionali. Ossia prova che molte poste iscritte in bilancio rappresentano ormai manifestazioni puramente contabili. In realtà, le norme che regolano le attività finanziarie statali, e in senso più lato tutte le attività finanziarie pubbliche, sono ormai irri26
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