Nord e Sud - anno XIX - n. 154 - ottobre 1972

Letteratura romanzi (Super-Eliogabalo) della « decadenza » come dimensione costante dell'uomo e coglie, in briose immagini, le nevrosi e i miti consumistici della nostra epoca. Da una medesima matrice di insicurezza e fragilità nasce l'individualismo esaltato di C. Bene, la sua fede nell'assurdo, il suo rapporto provocatorio verso il pubblico. L'arte può oggi essere gioco, forse lo è sempre stato; ma non sarà mai inganno o inerte fantas-ia schizofrenica. Il ritorno dell'intreccio potrà portare dunque alla Tinascita delle tecniche più diverse· ma non mai a , , livello d'arte, ad una totale scissione dal reale, ad una fuga ed elusione di compiti umani. Non mancano gli esempi, neppur troppo lontani: è il caso di Italo Calvino che dal Ba- , rone rampante fino al Cavaliere inesistente, ha riproposto fantastiche avventure. Esse si articolano entro un rapporto ambiguo di realtà e sogno, bene e male, passato e presente; ma il gioco degli eventi non risulta mai vano, sorretto come è , , da una tensione razionale, da un ideale morale se non addirittura etico-politico. Il desiderio di creare armonia è per l'artista insieme quello di raggiungere un equilibrio interiore. Calvino osserva divertito la faciloneria e la superficialità degli uomini; ma avverte anche le proprie deficienze in « un mondo pieno di responsabilità e di fuochi fatui». Dalla esperienza concreta del male egli giunge al miraggio del sogno, da tanto pessimismo realistico nasce il suo umorismo ed è in questo il fascino maggiore dei racconti: nella consapevolezza che la realtà corrode la favola e la favola sublima la realtà. Esperienza totale, l'arte non elude i problemi; 111a li chiarifica e li accentua coinvolgendo in una avventura conoscitiva chi voglia com- ~rend~rl~. Tanto più persuasiva, per l amanss1ma attualità, può risultare, ed è esempio di una direzione antitetica a quella di Calvino la . , poetica di uno Sciascia. Per il narratore siciliano le vicende dell'individuo rimandano, caso per caso alle defezioni della società. L'ansi~ di verità si fa luce nella coscienza dei suoi personaggi (si ricordi A ciascuno il suo); ma il tentativo di ristabilire giustizia si trasforma automaticamente in un gioco di potere in cui il più debole deve per una fa tale necessità soccombere. Il confronto tra l'individuo e la « ragion di Stato », l'ardore ideologico e la violenza acquista il significato di una parabola esistenziale, di una ferrea legge storica che nel passato e nel presente fa dell'uomo solo la pedina di un gioco rischioso ( è la tematica di Recitazione della controversia liparitana dedicata ad A. D.). Sciascia traduce tale sofferta realtà in una pagina di estrema tensione che si avvale - e ci interessa qui sottolinearlo - degli strumenti più tradizionali della narrativa di consumo (dall'appendice al romanzo giallo), riscoperti e riutilizzati con nuove e moderne finalità. Non sembra inutile ricordare come il lettore venga fa.ciJmente conquistato proprio dalla sorprendente concatenaz~0ne degli eventi, dagli improvvisi colpi di scena, dalle imprevedibili agnizioni e come si lasci suggestionare dagli eftetti e dalle sospensioni ed infine dai richiami realistici e dagli spunti allusivamente ironici. E' 127

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