Nord e Sud - anno XIX - n. 154 - ottobre 1972

Il battesim_o di Marx di questo mondo, ricchezza, potenza? Oppure ha, nel no1ne della verità evangelica, denunciato le disuguaglianze sociali ed economiche e scongiurato gli uomini di riorganizzare le istituzioni, conformemente ai precetti del Cristo e della Chiesa. Ciascuno di questi due atteggiamenti comporta un pericolo per l'autenticità della religione. Il primo rischia di portare a una sorta di quietisn10, all'accettazione compiacente delle ingiustizie, nonché alla consacrazione dell'ordine costituito. Il secondo, spinto all'estremo, alin1enterebbe la volontà rivoluzionaria, tanto le società sono state, fino ad oggi, incapaci di dare ai cittadini quella uguaglianza di condizioni o di possibilità solennemente riconosciuta alle anime ». Nonostante la sua lunghezza questo testo meritava di essere riportato; co1ne merita di essere riportata la conclusione proposta: « Forse il politico più profondamente cristiano vivrebbe, ad ogni istante, la tensione fra queste due esigenze; non avrebbe mai la sensazione di avere operato abbastanza per la giustizia umana e giudicherebbe perciò derisori i risultati di tale instancabile sforzo - derisori rispetto alla posta unica -, né rassegnato alla miseria, né dimentico del peccato ». La correttezza di questa conclusione ci sembra fuori di ogni possibile obiezione: ma, come abbiamo già detto, oggi vediamo il pendolo oscillare inequivocabilmente verso la seconda esigenza, spingendosi fino al superan1ento degli stessi partiti comunisti, con progetti rivoluzionari, che come ha scritto Jemolo, hanno portato certi cattolici « a battere piuttosto le vie di una violenza che si accompagna all'odio (non è neppure la violenza di chi la crede indispensabile, ma soffre nell'infliggerla), che non le vie dell'amore ». Questa conclusione, la cui evidenza è ormai sotto gli occhi di tutti, tanto da non avere bisogno di citazioni o esemplificazioni, questa conclusione, dicevamo, ci conduce a quello che crediamo sia un problema fondamentale, la cui incidenza nelle vicende politiche del nostro paese potrebbe diventare decisiva: che cosa spinge una vasta (anche se non vastissima) area dello schieramento e della cultura cattolica verso il marxismo? Una risposta validissima è quella fornitaci da Arturo Carlo Jemolo: « Molto più vero - ha infatti scritto - che da una formazione mentale cattolica - la cui caratteristica è l'ancoramento a capisaldi, il distacco dalla storia, il rifiuto di molteplicità ed eterogeneità dei fini che non si riassumano nel solo fine di servire Dio, la negazione di ambiti diversi nell'uno dei quali può avere valore altissimo quel che in un altro 11

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