Guido Bacci il completamento del Vol. 37° e con due supplementi, mentre il 38° volume è in fase di avanzata preparazione. Le .estreme ristrettezze finanziarie in cui versa l'Acquario non hanno dunque impedito - ma solo rallentato - la ripresa vigorosa dell'attività dei ricercatori nel nuovo clima della Stazione Zoologica. Le giovani leve, che in numero purtroppo esiguo sono state inserite nello staff, stanno portando un contributo tutt'altro che trascurabile, mentre lo stesso personale tecnico della Stazione comincia ad inserirsi da protagonista, e non più da semplice strumento, nei programmi di attività scientifica dell'Istituto. I ricercatori della Stazione Zoologica non aspirano a divenire « prime donne» della biologia, ma stanno dimostrando coi fatti che non intendono far ricorso al mecenatismo di Stato in nome delle vecchie glorie; essi vogliono lavorare, sono capaci di ben lavorare e lavorano. È dunque falsa anche l'affermazione che qui la ricerca è ferma, non si produce, non si pubblica, così com'è falso, e debbo ripeterlo ancora una volta, che esiste fra i ricercatori dell'Acquario un movimento contrario alla sua vocazione internazionale. Le porte della Stazione sono bene aperte a chi voglia controllare - prevenuto o no - queste mie affermazioni. Ricerca libera o programmata, fondamentale o applicativa, ecologica o biochimica, zoologica o botanica, sono tutti dilemmi che si dimostrano inconsistenti quando si procede alla fase operativa dell'attività di ricerca. L'importante è che si faccia ricerca e non chiacchiere e perciò non mi soffermo a contestare ulteriormente le troppe speculazioni che sono state riportate in proposito. Per me esiste un solo tipo di ricerca: quella scientificamente valida e focca ai ricercatori stessi verificarne la validità. Ora la Stazione Zoologica attende con fiducia i due atti fonda1nentali che sono necessari alla sua seconda fondazione: il nuovo Statuto e la legge finanziaria che ne assicureranno l'ordinato e libero funzion~- mento. Verranno bloccati? Ormai credo di no. Ero tentato di presentare un identikit della Stazione Zoologica di Napoli futura e mi sarebbe piaciuto ispirarmi al metodo che adottò Benedetto Croce nel suo Breviario di Estetica cominciando con l'insegnarci che cosa « non è » l'Arte. Ma forse mi lascerei trascinare dalla vena polemica e preferisco astenermi. Mi limiterò dunque - si fa per dire - ad ispirarmi ad un principio fondamentale che fu enunciato da· quell'Abramo Lincoln, che troppo spesso viene dimenticato dai cittadini di questa nostra Repubblica, augurando all'Istituto, nell'ambito delle Leggi, « un governo dei ricercatori, da parte dei ricercatori, per 1 ricercatori », cioè per la ricerca. E forse ho detto abbastanza. GUIDO BACCI 116
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