Nord e Sud - anno XIX - n. 154 - ottobre 1972

L'Acquario fra i nzarosz rare una definizione infelice - anzi infelicissima - della Stazione Zoologica soprattutto perché è stata abbondantemente strumentalizzata sotto la copertura del nome dì Benedetto Croce. Se mai le si addice, o le si addiceva, il confronto con un congresso scientifico permanente secondo l'in1pressione che ne ebbero diversi biologi insigni, cioè gente che non si sognava minimamente di essere accolta in un albergo. Ho letto a suo tempo, quando alcuni dei miei coetanei si ispiravano alla mistica fascista e al Mein Kampf di Hitler, le due grandi « Storie » ài Benedetto Croce e le annovero fra i pilastri della mia forn1azione culturale e morale. Debbo però ammettere che non venni affatto persuaso - quando mi accostai alla sua opera filosofica - della posizione marginale che l'illustre filosofo, pur così aperto ai valori della storia e dell'arte, attribuiva alla conoscenza scientifica. Eppure è stato contemporaneo di un certo Einstein e di quel Freud che per primo esplorò una nuova dimensione dell'Uomo ... E quando poi leggo un fa1noso discorso di Benedetto Croce al Senato del Regno nel quale egli si compiacque delle economie che il Ministro della Pubblica Istruzione avrebbe potuto fare sul nostro albergo di scienziati (l'illustre matematico Volterra aveva chiesto allo Stato un contributo annuo di 400.000 Lire), debbo benedire i nostri Ministri che sono certo meno grandi di Croce, ma si mostrano più di lui sensibili alle esigenze della ricerca scientifica e, debbo pur dirlo, sono meno di lui prevenuti nei confronti dell'ambiente universitario. « La Stazione richiede alla sua testa non un maestro di scienza etc ... 1na un organizzatore pratico », disse in quella occasione. E forse per quei tempi, non solo per quei tempi, non ebbe torto. Mi perdonino comunque la dr.ssa Vinciguerra e gli ammiratori più viscerali di Croce se rammento che la visione strumentale della scienza e della ricerca, che fu adottata successivaJnente dal regime fascista trovò un suo alibi proprio nell'atteggiamento che i filosofi italiani di allora avevano assunto nei riguardi delle cosiddette scienze positive. E tiriamo innanzi... Il Comitato di Coordinamento Scientifico è un organo consultivo che esprime il suo parere sull'organizzazione tecnica e scientifica, sulle iniziative di ricerca e sui programmi scientifici della Stazione Zoologica. L'autrice dell'inchiesta ne ha ovviamente ignorato l'esistenza: si tratta infatti di un organo di consultazione democratica e, com'è noto, iniziative di questo tipo conducono soltanto a chiacchiere, a speculazioni inutili, a vuota demagogia e, quel che è peggio, danno adito alle infiltrazioni del Sindacato e dei mes~atori ... Ci vogliono poche idee, meglio nessuna, ma soprattutto tanta, tanta fede negli ideali e nella proprio missione carismatica. Non è vero, Signora Vinciguerra? Scherzi a parte - si fa per dire -- mi proposi di venire incontro, 113

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