Nord e Sud - anno XIX - n. 154 - ottobre 1972

Guido Bacci più alto di tutta la gestione Dohrn, pienamente coerente con i motivi più validi dell'insegnamento crociano. Comunque la giornalista si è preoccupata di ristabilire l'equilibrio e se ha omesso di riferire concetti e notizie che ritenevo importanti, , mi ha attribuito in compenso delle frasi che non mi sono mai sognato di pronunciare. Mi fa ridere, per esempio, che « i rapporti degli scienziati tedeschi con i nostri erano di tipo coloniale » oppure mi attribuisce frasi demagogiche e sciovinistiche come questa: « Sono passati i tempi in cui la Germania aveva praticamente in mano questo Istituto ». Si pone così il dilemma se le varianti grossolane cui si abbandona l'autrice dell'inchiesta derivano dalla sua incapacità di riferire correttamente talune linee di pensiero oppure da una sua abilità di presentarle nel modo più odioso per il lettore e più pregiudizievole a chi le avrebbe enunciate. Si tratta in ambedue i casi di una prassi giornalistica che è difficile qualificare. Ho infatti detto che la vita della Stazione Zoologica ed i suoi rapporti con l'ambiente locale nel periodo anteriore alla prima guerra mondiale presentavano alcuni aspetti coloniali, ma non ho neppure pensato che i rapporti di Anton Dohrn o degli scienziati tedeschi con quelli italiani di allora siano mai stati di tipo coloniale. Ciò contrasta nel modo più assoluto con quel rispetto per le élites intellettuali che ha rappresentato uno dei meriti (e uno dei limiti) della concezione di Anton Dohrn e di suo figlio Rinaldo. Che poi la Zoologische Station zu N eapel sia stata considerata come un avamposto culturale del primo Reich bismarckiano e guglielmino risulta evidente da numerosi documenti (persino da alcune stampe dell'epoca) anche se tale impostazione contrastava con le idee ispiratrici di Antonio e di Rinaldo Dohrn. Non per questo ritengo che la direzione e l'influenza tedesca nella Stazione Zoologica siano state nefaste, anzi ... Ho soltanto messo in evidenza, e mi sembrava di essere stato abbastanza chiaro, che l'accresciuto apporto italiano alla vita della Stazione Zoologica comporta l'instaurazione di rapporti di nuovo tipo fra le sue componenti germanica ed italiana e in particolare di rapporti definiti fra la sua Amministrazione e gli Enti finanziatori tedeschi. Sono comunque del parere che una nuova immissione di ricercatori germanici nello Staff della Stazione Zoologica potrebbe costituire un contributo assai utile, e forse determinante, al nuovo corso della Stazione Zoologica: non ricordo se ho riferito questa mia idea all'autrice dell'intervista, ma l'ho certamente esposta a vari ricercatori tedeschi ed anche a rappresentanti del Governo Federale in Italia. Mi auguro così di essere riuscito a dissipare il polverone che è stato sollevato anche su questo delicato settore. Ed arriviamo ora all' « albergo scientifico » che continuo a conside112

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