Il n'licroscopio elettronico nelle baracc/ie sogna fare una gara d'appalto. Abbiamo bisogno di un piano di sviluppo: per ora c'è una commissione per l'edilizia che sta studiando varie possibilità ... ». Attualmente circa 130 persone lavorano ammucchiate nelle baracche di Fuorigrotta: una sessantina fra ricercatori, professori e assistenti universitari ed una sessantina di tecnici. Gli stranieri, che prima erano in maggioranza, ora sono soltanto cinque o sei, qualcuno con un contratto: la contestazione li aveva fatti fuggire quasi tutti, e soltanto adesso ci sono segni di rientro. Le sovvenzioni del CNR arrivano sempre con grande ritardo, magari di un anno o più: anche per pagare una fattura ci vuole un anno. Venti milioni all'anno sono destinati alla biblioteca, che è forse la cosa migliore a vedersi, tenuta bene e con criteri moderni, ricca di circa diecimila volumi e periodici : tutte le opere più importanti, tutte le pubblicazioni di biologia e biofisica. La costante manutenzione e le continue riparazioni sono indispensabili perché i muri di legno e cartone contengono apparecchi sensibili, preziosissimi e facilmente deteriorabili come - tanto per fare solo qualche esempio - due spettrometri a scintillazione liquida (valore di ciascuno 12 milioni), 25 tra centrifughe ed ultracentrifughe (valore di un'ultracentrifuga, 25-30 milioni), due microscopi elettronici ( 100 milioni l'uno) e molti altri. Sicuramente avrà contestato anche l'inserviente che si vede passare nei vialetti con il suo carico di vetreria da lavare, diretta alla baracca più lontana, dove si effettua il lavaggio, e naturalmente deve andar su e giù per la bisogna anche quando piove. Gli unici che non sembra abbiano sofferto della contestazione sono i numerosi gatti che spadroneggiano in viali e praticelli, riproducendosi con rapidità sconvolgente, quasi per fare onore all'istituto di genetica che li ospita. Hanno l'aria felice e fiduciosa che fa ben presto scacciare l'idea cattiva che potrebbero essere usati per qualche esperimento. Nel vialetto dominato dai gatti, in un'atmosfera agreste un po' squallida, ma rilassante, uno dei contestatori, il dr. Graziani (29 anni, genetista molecolare, contratto quinquennale col CNR) fa una specie di consuntivo con un pizzico di autocritica della loro azione di quattro anni fa. Sostiene che sciopero ed occupazione durarono solo un mese e mezzo: « era un chiarimento che ci voleva, ma non siamo dei luddisti, non è stato distrutto nulla. Abbiamo commesso molti errori, ma positivi: lét contestazione andava fatta. Il risultato è stato la presa di coscienza da parte del personale dei propri diritti. Ci sono state fatte delle proposte concrete di regolamento ed organizzazione interna: alcune cose le abbiamo accettate, altre sono state superate dagli eventi. Ricerca e didattica non possono essere separate. Non abbiamo sbocchi: ci vuole 103
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