Claudia Vinciguerra LIGB, in quello che Barigozzi aveva definito « una specie di comune medioevale, con libera e fiera discussione su tutto da parte di tutti i membri ». Il malessere che già serpeggiava esplose, dicono, a causa di talune discriminazioni effettuate da Buzzati-Traverso tra i suoi protetti ed altri, costituendo delle gerarchie e dei privìlegi considerati inammissibili. Un paio di esempi che vengono dati da un ricercatore: « Furono licenziati quattro borsisti; un perito chimico veniva obbligato a pulire il banco ad un ricercatore; non ci facevano discutere in assemblea ar, gomenti politici come la presenza della NATO in Italia ... ». Questo è il punto di vista dell'aderente ad uno dei tre sindacati del CNR che operano nel LIGB, il SIR-CGIL (gli altri due sono quello degli amministrativi ed il CISL-ANR). Ma sorge il dubbio che la decisione di Buzzati-Traverso, di licenziare i quattro borsisti, fosse dettata, non tanto da intenti repressivi, quanto da una corretta interpretazione del modo di amministrare il denaro pubblico, dal momento che quei quattro sembravano essersi disaffezionati della ricerca e, più che la ricerca, voler praticare la rivoluzione. Ma le borse le avevano avute per fare la ricerca, non la rivoluzione. Come si può pretendere di fare la rivoluzione con il finanziamento dello Stato per la ricerca? E quanto alla presenza della NATO in Italia, non ci sembra che la discussione sull'argomento debba essere necessariamente trasferita nella sede di un laboratorio scientifico, quando se ne può ampiamente e liberamente discutere in tante altre sedi. Ma anche la contestazione di Fuorigrotta aveva la sua logica impazzita, come quella di tutta la contestazione marcusiano-feltrinelliana! Negli ambienti scientifici, universitari e sindacali di Napoli questa contestazione del LIGB viene ricordata con toni drammatici o addirittura romanzeschi, 1na comunque molto contraddittori, per cui a distanza di tempo è difficile accertare cosa successe veramente. Fuori del LIGB parlano di occupazione ed episodi di violenza durati vari mesi, o addirittura anni, si parla di distruzione di attrezzature di laboratorio costose, danni notevoli; dicono che volevano costringere i ricercatori a lavarsi la vetreria da soli (e non si capisce bene che cosa avrebbero fatto nel frattempo gli inservienti di laboratorio dato che non potevano fare il lavoro dei ricercatori, si obietta). All'interno del LIGB preferiscono non parlarne o minimizzare, si avverte un vago senso di disagio quando si tocca l'argomento; ma anche lì le voci sono discordi, chi dice che l'occupazione è durata sei mesi e chi un mese e mezzo, ma sono tutti d'accordo nel negare che siano stati arrecati danni alle attrezzature. « Non siamo dei luddisti: furono messi i catenacci a tutti i laboratori », dice il dr. Graziani, appartenente al sindacato SIR-CGIL. Secondo il lOU
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