Nord e Sud - anno XIX - n. 151-152 - lug.-ago. 1972

Mario Del Vecchio e della costruzione della nuova metropolitana della città di Napoli) si sono trovate a non poter più contare sulle precedenti assegnazioni fatte dal CIPE, n1a a dover attingere alla quota già in~ufficiente del Fondo Comune ad esse riservata. In questa materia è quindi indispensabile che lo Stato provveda alle necessarie integrazioni, mediante un ulteriore stanziamento allo stesso titolo per cui era stata approvata la legge 29.11.1969 n. 1042, che prevedeva « contributi nelle spese per la costruzione di linee metropolitane e per la provvista di materiale rotabile e di esercizio di ferrovie metropolitane ». Molto quindi vi è ancora da fare, nell'interesse soprattutto delle Regioni meridionali, quanto alle risorse finanziarie e alle concrete possibilità di intervento; ed il molto o poco che si possa realizzare non potrà che riferirsi a stanziamenti previsti dagli art. 9 e 12 della legge n. 281. Le Regioni dovranno, quindi, essere per proprio conto capaci ed essere finanziariamente poste in grado di affrontare il complesso problema di loro competenza, svolgendo innanzi tutto indagini accurate per accertare i flussi interni di traffico, la integrabilità dei vari modi di trasporto nell'ambito del proprio territorio e con le grandi vie di comunicazione ferroviarie e stradali, il numero delle aziende pubbliche e private che operano nel settore e le loro condizioni finanziarie, nonché ogni altro elemento idoneo a poter formulare un vero e proprio piano regionale dei trasporti, da integrare nel piano nazionale del settore e tenendo conto dei piani a scala comprensoriale. Per quanto concerne il coordinamento dei trasporti regionali, le Regioni studieranno le forme migliori d'organizzazione dei trasporti pubblici collettivi, facendo ricorso alla creazione di enti strumentali come le Aziende regionali, oppure, dopo averne approfondita la opportunità e la necessità con gli Enti locali interessati, alle cosiddette « aziende di bacino di traffico » la cui attività va ricondotta ad unità di indirizzo e di intervento mediante l'attribuzione di determinati poteri e funzioni all'Assessorato regionale ai trasporti; non trascurando, naturalmente, le opportune consultazioni delle organizzazioni sindacali e sociali interessate. Resta chiaro che ognuna delle soluzioni possibili dovrà rispondere agli indirizzi autonomi che ciascuna Regione riterrà di dover determinare, nella scelta degli strumenti di intervento settoriale, nell'ambito della programmazione e dell'assetto del proprio territorio. Su questi temi, come su quelli della << municipalizzazione» e della « concessione » converrà approfondire ulteriormente il discorso. In conclusione, per superare non solo il dualismo cronico del nostro paese, ma anche per affrontare e risolvere i problemi connessi agli squi96

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