Mario Del Vecchio vazioni sostanziali della normativa vigente che richiedono una più attenta e meditata elaborazione. Piuttosto che procedere a parziali e sicuramente inadeguati aggiustamenti, quasi tutte le Regioni _hanno preferito, in questa prima fase, limitare l'intervento legislativo ad una precisa disciplina dell'assunzione, da parte degli organi regionali, di quegli stessi poteri amministrativi finora esercitati dagli organi dello Stato e ciò soprattutto in omaggio al criterio della necessaria continuità amministrativa, indispensabile in questo come in altri importanti settori che comprendono l'organizzazione di servizi pubblici di interesse regionale. Quanto alle risorse finanziarie per far fronte ai nuovi compiti delle Regioni in materia di trasporti, basterebbe riferirsi al caso della Campania, che conosco per diretta esperienza, per rilevare che esse sono del tutto insufficienti e, comunque, al di sotto di oltre un terzo di quelle che lo Stato utilizzava per gli interventi nel settore. Tale accennata carenza di fondi è tanto più grave se si considera che le sovvenzioni ed i sussidi alle imprese di trasporto di interesse locale, in base alla legislazione vigente, erano soddisfatti per intero dalle previsioni di bilancio del Ministero dei Trasporti e che la strozzatura attuale deriva dalle non mai abbastanza lamentate carenze, imperfezioni ed inadeguatezze della legge fianziaria regionale n. 281 del 16.5.1970 e, quindi, del meccanismo relativo alla formazione del Fondo Comune, per cui si ha che nello stesso Fondo Comune sono confluite, per quanto riguarda il settore dei trasporti, somme di gran lunga inferiori a quelle che lo Stato spendeva per il settore. Altro motivo di preoccupazione deve essere la considerazione che quanto erogato nel corso del 1971 dal Ministero dei Trasporti non soddisfaceva in pienò le esigenze dei bilanci aziendali, sempre più oberati dalla crescente richiesta di trasporto per quelle categorie (in prevalenza operai e studenti) beneficianti a giusta ragione di tariffe preferenziali, e dall'aumento ormai sempre crescente dei costi di esercizio. È da tenere ancora presente che, sempre in applicazione della normativa vigente, la maggior parte delle sovvenzioni e dei sussidi dovrebbero formare oggetto di forti revisioni maggiorative nel corso del 1972. Stando così le cose, le Regioni si trovano comunque nella necessità di dovere promuovere una iniziativa legislativa che configuri una nuova disciplina di tutta la materia delle sovvenzioni, dei sussidi e dei contributi, il più possibile rispondente alle situazioni locali, per contribuire a superare le arretratezze e gli ,squilibri tuttora esistenti, nell'ambito di una politica comprensoriale. Ma le Regioni non saranno in grado, purtroppo, di far fronte alle loro « possibilità» giuridiche e costituzionali di intervento, nel settore dei trasporti come in altri settori produttivi e 94
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