Ma rio Del Vecchio nione di alcuni esperti occidentali, i quali avrebbero previsto che « un bel giorno, anzi un brutto giorno, la circolazione si bloccherà a tal punto che tutti dovranno abbandonare i loro mezzi per la strada e tornarsene a casa a piedi, sempre che l'aria inquinata dai gas di scarico permetta quest'ultimo sforzo ». Se queste sono le previsioni, ritenute « non fantascientifiche », ma possibili se non addirittura realistiche, e se si considera, anche per le insufficienze del settore pubblico nel can1po dei trasporti locali, che oggi circolano nel territorio nazionale oltre dieci milioni di autovetture private in ragione di una per ogni cinque abitanti 1 , vuol dire che le Regioni devono assolvere al loro co1npito di intervento nel settore dei trasporti e della circolazione in termini di estrema tempestività, di concretezza e soprattutto di chiarezza, nel quadro più generale della razionalizzazione, della funzionalità e del coordinamento di tutti i modi di trasporto. In virtù del decreto presidenziale 14.1.1972 n. 5, le Regioni hanno competenza in tema di tranvie e linee automobilistiche di interesse regionale, -di filovie, funicolari e funivie, nonché di ferrovie metropolitane e linee automobilistiche sostitutive di tranvie e di ferrovie. Lo Stato si è riservato invece la competenza sulle ferrovie in concessione, anche se di interesse regionale, nonché sulìe ferrovie secondarie in gestione delle Ferrovie dello Stato, pur con la previsione del ricorso eventuale ad una successiva legge dello Stato per il loro trasferimento alle Regioni nel caso che « non siano ritenute più utili alla integrazione della rete primaria nazionale ». Alle Regioni sono state anche trasferite le funzioni in materia di navigazione interna lacuale, fluviale e lagunare, mentre sono fatte salve le competenze dei comuni e delìe province fin0ra esercitate. Ma il trasferimento di cornpetenze dallo Stato alle Regioni resterebbe, comunque, un fatto molto sterile, incapace cioè di raggiungere gli obiettivi innanzi indicati, senza una snella disciplina dell'organizzazione amministrativa resasi appunto urgente ed indispensabile per i] concreto e sollecito esercizio delle funzioni amministrative nel settore dei trasporti di interesse regionale. Il problema consiste innanzitutto nella necessità, da una parte, di una rapida distribuzione fra gli organi regionali delle competenze che il D.P.R. 14.1.72 n. 5 attribuisce genericamente alla Regione e, dall'altra, di 1 Nel 1970 circolavano in Italia 10.209.045 autovetture pari, come si è detto, a una autovettura per ogni cinque abitanti: a fronte dell'anno 1960 si è riscontrato un aumento di oltre il 410%, in quanto nel 1960 ne circolavano 1.944.726, pari a una per 26 abitanti. È interessante notare che nel decennio 1960-70l'incremento del reddito pro-capite è stato di molto meno della metà, essendo aumentato del 196%. 92
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