Nord e Sud - anno XIX - n. 151-152 - lug.-ago. 1972

Mario Del Vecchio evidenza il fatto che nell'ainbito di tali aree « si rilevano le maggiori carenze che fanno dell'Italia il paese d'Europa più arretrato nella realizzazione di efficaci trasporti >} a causa non solo della carenza di strutture ferroviarie, ma anche per la insufficienza o l'assenza di aree di parcheggio e degli opportuni raccordi rapidi con la grande viabilità attraverso le tangenziali. La formulazione di un « pìano nazionale dei trasporti » diventa quindi una esigenza preliminare da soddisfare, allo scopo di poter determinare l'obiettivo di fondo consistente nel miglioramento della capacità, della rapidità e della economicità complessiva del sìste1na e il riequilibrio tra le aree del Mezzogiorno e quelle più sviluppate. È vero, peraltro, che in alcune zone del Mezzogiorno, in particolare tra la Campania e la parte del paese a nord del Garigliano, esistono collegamenti su terraferma anche abbastanza notevoli; ma è altrettanto vero che, via via che si procede verso il « più profondo Sud » la situazione peggiora decisa1nente in quanto caratterizzata ancora ed in un certo senso « dalle strade di Gioacchino Murat e le ferrovie di Silvio Spaventa ». La condizione di perifericità de1l'Italia meridionale rispetto al resto della penisola è sufficientemente nota a tutti e si manifesta in modo crescente via via che ci si allontana dalle aree maggiormente sviluppate del Nord, a più stretto contatto con il Centro-Europa. Questa condizione - quella che, certamente molto più esasperata di oggi, faceva parlare Giustino Fortunato ài « segregazione topografica del Mezzogiorno » - può essere positivamente modificata sia con il ricorso alla « autostrada », sia con il ricorso alla « ferrovia ». Pur considerando che l'autostrada nel Mezzogiorno consente, meglio che altrove, di costituire un canale rapido e funzionale anche tra grandi distanze, essa non può rappresentare la soluzione per eccellenza, in quanto occorre tutta una rete di collegamenti o raccordi per risolvere i problemi che le autostrade non risolvono. In questo quadro vanno affrontati i non lievi proble1ni delle con1unicazioni ferroviarie. Ancora oggi spostarsi verso il Mezzogiorno o viaggiare all'interno della parte meridionale del paese usufruendo della ferrovia risulta particolarmente scomodo e costoso sia in termini di tempo sia in termini, per così dire, delle condizioni di viaggio che non appaiono certo tra le più confortevoli. L'unica opera impegnativa portata a termine nel dopoguerra in campo ferroviario è costituita dal raddoppio della BattipagliaReggio Calabria. Per il resto i problemi sono tutti ancora sul tappeto: le ferrovie siciliane, le calabro-lucane, la Napoli-Bari, la Bari-Lecce; per non parlare di tutta una serie di linee minori che andrebbero ristrutturate, razionalizzate e, dove necessario, forse anche soppresse. 90

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