Nord e Sud - anno XIX - n. 151-152 - lug.-ago. 1972

Pasquale Saraceno ne ha fatto importante sbocco di produzioni industriali e fonte di rifornimento di altre produzioni industriali; e) si è avuto un rilevante aumento della domanda locale di beni industriali di consumo, domanda che, essendosi quasi triplicato il reddito, si è probabilmente più che quadruplicata nel corso del ventennio, in confronto di quella consentita da una economia prevalen.temente di sussistenza, quale era quella iniziale; d) si è formato un apparato creditizio in grado di assumere rischi rilevanti nel finanziamento di imprese; e) si sono costruiti alcuni grandi impianti che, distribuiti in. tutta l'area meridionale, svolgono il ruolo di cui si è appena detto. In questo quadro agisce un sistema di incentivi aventi il ruolo di far raggiungere ad iniziative da avviare nel Mezzogiorno un grado di convenienza almeno pari a quello esistente in altre regioni d'Italia. Questo effetto promozionale non ii è prodotto, quanto meno nella misura oggi richiesta; anzi, l'insieme di condizioni che si è così formato non è stato neppure sufficiente a far sopravvivere un gran numero di piccole unità artigianali e piccolo-industriali prima esistente e a promuovere la trasformazione di un buon numero di esse in aziende industriali moderne. No tisi che, nello stesso periodo, aveva luogo nell'Italia centro-occidentale il grande sviluppo nel campo della piccola e della media industria di cui si è detto più sopra. Si deve dedurre da tutto ciò che la politica svolta è stata gravemente insufficiente? Oppure è da riten.ere che quanto è stato fatto non può produrre che gradualmente i suoi effetti. e che questi effetti si 1nanifesteranno in misura crescente nei prossimi anni, con un processo simile a quello cui abbiamo assistito in aree estese dell'Italia centroorientale? È da ritenere che le due spiegazioni non debbano essere poste come alternative, bensì come complementari. E per quanto riguarda la prima spiegazione - cioè le insufficienze dell'azione svolta - non dovrebbe essere ormai più dubbio che l'elemento più manchevole dell'azione 1neridionalista è costituito dalla nostra politica industriale, nel senso che non si è tenuto alcun conto del fatto che un maggior sviluppo industriale nel Mezzogiorno non poteva essere aggiuntivo, ma sostitutivo di una parte, sia pure relativamente modesta, dello sviluppo del CentroNord. Disincentivi e drastica riduzione nel numero delle aree incentivate nel Centro-Nord erano certamente misure da adottare già alla fine degli anni '50. Ma la cultura politica ed economica prevalente nel nostro Paese e il quadro di interessi esistenti non lo hanno consentito. La situazion.e si presenta oggi diversa, non tanto per i progressi 50

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