Nord e Sud - anno XIX - n. 151-152 - lug.-ago. 1972

Cronache 1neridionaliste avvenuto nel volunie della produzione il valore aggiunto per addetto agricolo sarebbe aumentato nel ventennio a un tasso del 6,5% annuo. Questi pochi dati sono sufficienti per rendersi conto di quanto sia mutato il quadro socio-economico dell'agricoltura meridionale. In conclusione, aumento di reddito e mutamenti nella s:truttura economica dell'area sono stati quantitativamente rilevanti e certo superiori a quanto i meridionalisti più esigenti si aspettavano all'inizio dell'azione straordinaria; si può oggi affermare con fondamento che il Mezzogiorno non è più un'area definibile agricola. Senonché essa è ben lontana dall'essere divenuta un'area industrializzata, più precisamente un'area dotata di una propria capacità di progresso, adeguata alla ingente forza di lavoro che vi è disponibile. Il problema del Mezzogiorno permane quindi grave; è però la qualità dello s'viluppo e non la sua intensità che non sono stati soddisfacenti; e ciò conferma che il problema si presenta in termini del tutto diversi da quelli con cui esso venne riproposto negli anni hnmediatamente successivi la fine del conflitto. 6. Ai fini di una prima identificazione dei nuovi termini della questione meridionale è utile partire dalla considerazione ·che, se si può credere ai dati che vengono elaborati in questa materia, il reddito prodotto nel Mezzogiorno nel corso del ventennio di azione straordinaria sarebbe stato all'incirca pari a quanto vi si è consumato; la formazione di capitale che ha avuto luogo nel Mezzogiorno sarebbe quindi stata possibile solo in virtù di trasferimenti avvenuti da altre regioni. Questo dato non va inteso solo come indice dell'intensità dello sforzo che si è compiuto e tanto meno sta a significare che l'accumulazione di capitale sociale e produttivo avutasi nel Sud è s1tata interamente finanziata con risparmio effettuato nelle altre regioni: il fenomeno è dovuto in.fatti anche alle rirnesse degli emigrati, e alla spesa pubblica effettuata nel Mezzogiorno; quest'ultima, poi, in quanto genera una domanda di beni prodotti nel Centro-Nord, vi determina una formazione addizionale di capitale che altrimenti non avrebbe luogo. Ma ciò che più preme sottolineare è che il fenomeno ora rilevato, da un lato mostra che il livello di vita del Mezzogiorno continua a poggiare pesantemente su un apporto esterno, dall'altro lato deve renderci attenti. al fatto che l'economia italiana ha raggiunto l'equilibrio e la capacità produttiva esistente anche per effetto di una ingente spesa pubblica destinata al Mezzogiorno; questa viene così a _porsi come uno dei sostegni dell'intero sistema. È un po' la situazione di un Paese che persegue un'intensa politica di riarmo o di un Paese che accetta di esportar.e a 47

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