Pasquale Saraceno Paese nel corso del ventennio trascorso dopo l'inizio dell'azione straordinaria. Giova al riguardo, fermare brevemente la nostra attenzione sui dati della seguente tabella: RAFFRONTO TRA IL REDDITO PRO-CAPITE DELLE QUATTRO CIRCOSCRIZIONI ITALIANE ALL'INIZIO DELL'AZIONE STRAORDINARIA E IL REDDITO ATTUALE* (in migliaia di lire 1970) 1951 Reddito pro-capite a) Italia 375 b) Italia Nord-Occidentale 578 e) Italia Nord-Orientale 378 d) Italia Centrale 384 e) Media Centro-Nord 459 f) l\1ezzogiorno 236 ,., Elaborazione su fonti Istat. 1969 882 1234 945 927 1061 558 incremento percentuale annuo +4,85 +4,30 +5,20 +s,oo +4,75 +4,90 Appare dai dati della tabella che il reddito pro-capite del Mezzogiorno si avvia ad essere il triplo di quello rilevabile all'inizio dell'azione straordinaria; ma ciò che più colpisce è che ess_o avrebbe raggiunto il livello cui si trovava il reddito del triangolo industriale all'inizio di tale azione. Si dirà che il divario permane invariato continuando ad essere il reddito pro-capite del Mezzogiorno sempre intorno alla metà del reddito pro-capite del Centro-Nord; è questo però, un argomento importante sotto aspetti diversi da quelli ora in considerazione, ma fuorviante ai fini di un giudizio su quanto è avvenuto nell'area. La situazione odierna del Mezzogiorno non sarebbe meno grave se il progresso del Centro-Nord fosse stato meno rilevante e quindi il divario fosse oggi minore, né sarebbe più grave se, a seguito di uno sviluppo definibile di tipo giapponese, il reddito del Centro-Nord fosse oggi più elevato e il divario fosse maggiore. Sul muta1nento avvenuto nel corso del ventennio nella struttura econo'mica del Mezzogiorno è interessante ricordare anche che la forza di lavoro agricolo è scesa dal 57% della forza totale nel 1951 al 33% nel 1970, una proporzione questa non molto diversa da quella rilevabile nel triangolo industriale nel 1951; aggiungasi che a seguito dell'aumento 46
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