Il disegno di Carli non se1npre strettamente economiche. Inoltre, con l'ultima legge di rifinanziamento della Cassa per il Mezzogiorno, le grandi imprese sono state obbligate a comunicare al Ministero del Bilancio i loro programmi di investimenti in ogni parte del territorio nazionale; e, corrispondentemente, i poteri di controllo del Cipe sono stati ancora ampliati. A questo punto, osserva il Governatore, l'economia del nostro paese ha già raggiunto il limite oltre il quale la zona controllata non può essere estesa, senza correre il rischio di sclerotizzare l'intero processo produttivo. Esclusi i controlli diretti, il Governatore stabilisce le sue riserve anche nei confronti delle procedure della programmazione: « il metodo dell'indirizzo programmato dell'economia ha suscitato l'apparizione di una nuova categoria di dirigenti pubblici, ma fra questa categoria e quella dell'amministrazione convenzionale si è stabilita una sorta di incomunicabilità». Anche la programmazione, almeno quella che è stata introdotta nell'economia italiana, non può essere considerata, agli occhi del Governatore, uno strumento efficace per rimediare alla carenza nell'offerta di consumi sociali. La soluzione consiste piuttosto, secondo quanto si può arguire dalle pagine -della Relazione, nel chiamare l'impresa pubblica ad apprestare le infrastrutture necessarie. Anche nei confronti dell'impresa pubblica, il Governatore non manca di formulare riserve; tuttavia, è proprio all'in1presa pubblica, e più in particolare a quella a partecipazione statale, che egli assegna la funzione di colmare le lacune nel settore degli investimenti sociali. Egli sottolinea quindi « l'opportunità di intensificare l'intervento pubblico nei settori dei servizi di carattere infrastrutturale », d esprime dubbi « sulla opportunità che le partecipazioni statali si mettano in concorrenza in altri settori (e cioè nel campo dell'industria manifatturiera) con gli imprenditori privati ». Il Governatore indica così la via di una ripartizione del campo: la produzione manifatturiera alle imprese p1ivate, l'allestimento di infrastrutture sociali alle partecipazioni statali. A suo avviso, que~ sta soluzione presenterebbe un vantaggio preciso, che sarebbe quello di garantire al settore privato una zona di competenza esclusiva, al riparo da invasioni dell'impresa pubblica, la cui presenza non p~ò che « scompigliare le basi del calcolo. economico ». E, sempre nel pensiero del Governatore, questa sorta di dominio riservato sarebbe pienamente meritato, dal momento che l'impresa privata è per necessità un'organizzazione razionale, essendo « la sopravvivenza legata al grado -di efficienza » •. Anzi, all'impresa privata, proprio in 33
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