La sinistra e il terroris111.o Rossanda, ha condannato - senza che ciò salvi le sue aberrazioni precedenti - il terrorismo come elemento fuorviante sul terreno « sociale » della conquista di un nuovo quadro politico. Anche nella revisione - che è pur positiva rispetto allo smarrimento iniziale - la sinistra sembra ricercare nei libri di testo marxista le condanne del terrorismo, opponendo al suo carattere anarcoide, individualistico e politicamente favorevole al « nemico », la « violenza di classe » e la dittatura del proletariato, un'azione, cioè, politicamente inquadrata e volta ad obbiettivi storici di mutamento. È ancora un dibattito fuori dai fatti del mondo, una discussione interna al sistema della scuola marxista, un'ipotesi di dibattito in definitiva ]ontana dalle cause concrete che lasciano gern1inare il terrorismo contemporaneo. Vale in esso, insomma, la rettifica morale più che il corretto indirizzo concettuale. Il discorso della « persuasione occulta » e delle « oggettive » responsabilità (che non sono poi affatto oggettive ma arbitrarie) non è proprio di una posizione politico-culturale democratica. Non faremo perciò l'errore, che abbiamo visto abbagliante nella sinistra, di imputare ad errori politico-ideologici colpe in ordine al germogliare della mala pianta della violenza, del terrore e del caos. Diciamo solo chiaramente che l'esplosione del terrorismo è, in definitiva, un'occasione urgente perché la sinistra ripensi i propri schemi. Non potremmo, a questo proposito, dir meglio di Gaetano Arfè ( « L'Avanti! » del 2 giugno): « il discorso investe quanti hanno dato alla guerriglia palestinese una solidarietà acritica e irresponsabile, intrinseca di quel sostanziale razzismo, ammantata del sofisma pseudo-storicistico per il quale i problemi della dignità umana variano a seconda delle circostanze, per il quale l'asservimento delle organizzazioni di c]asse, le ideologie di stato assunte a dogmi indiscutibili, le sopravvivenze di usanze tribali, le impiç:- cagioni sulle pubbliche piazze, le minacce ricorrenti di genocidio, diventano inconvenienti di secondaria importanza quando si verifichino nel segno della ' lotta all'imperialismo ' ». Alla sinistra proponiamo un approccio di verso alla questione se è vero, come è vero, che tutti ci riguarda e tutti ci coinvolge. Il terreno dell'intolleranza può prosperare accanto a posizioni ideologiche e politiche settarie e schematiche. Bisogna individuare serenamente le cause delle tensioni e delle passioni da cui possono svilupparsi fenomeni di delirio sociale delittuoso, non bisogna gio25
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