Ennio Ceccarini Il pasticcio logico dell'ideologismo frammisto al romanzesco d'appendice si gonfia di una pretesa sistematicità nella ricerca del cui prodest. Metodo errato in se stesso proprio perché, come si è ripetutamente detto, il terrorismo sfugge alla logica, ma sviluppato fino al grottesco nelle polemiche della sinistra. Alla fine di queste polemiche risulta infatti che se oggetto del terrorismo è la « sinistra», non vi è dubbio che le responsabilità stanno « a destra»; ma se la vittima è la « destra », la responsabilità attiene ancora ad essa che ha l'interesse di addossare alla sinistra colpe che non le appartengono. Se poi c'è qualcuno, come Habbash, che le reclama, allora o non importa, o si tratta di provocazione. Ma il momento forse più alto e smarrito di questo pasticcio sta probabilmente nell'intervista di Lelio Basso all' « Espresso » del 2 giugno. La causa del terrorismo, dice in sintesi Basso, sta nell'in1perialismo americano, nell'american 1,vay of life, nell'apparato poliziesco del « gendarme del rnondo », negli insegnamenti di violenza che ha dispensato per oltre un ventennio in tutto il mondo, da S. Domingo al Vietnam. Tutta la violenza, insomma, tutto il male del mondo ha radici negli Stati Uniti. Lo stesso fascisn10 è riconducibile all'esperienza e alla natura di « classe » dell'imperialismo americano. Un vero classico dell'analisi « ideologica » dei fatti. Si coglie qui, trionfalisticamente, come tale analisi abbia bisogno, da un lato, di semplificare i problemi per trovare la causa unica e primigenia e, dall'altro, di complica.re, con passaggi problematici e ignari comunque della « prova dei fatti », l'evidenza della realtà per dar ragione alla spiegazione ideologica. Ci sono stati da ultimo - bisogna onestamente aggiungerlo - segni di resipiscenza rispetto a queste aberrazioni ideologizzanti. C'è stato l'articolo di Goffredo Linder ( « Rinascita » del 9 giugno) che ha parlato della strage di Lod come della « spia di un'ulteriore sconfitta » del terrorismo palestinese; e vi sono stati gli articoli di Luciano Gruppi (in particolare quello sull'« Unità » del 26 maggio) in cui si possono leggere passaggi più intelligenti e sereni come questo: « il terrorismo è stato, prima che il movimento operaio assumesse coscienza di se stesso e cominciasse a darsi le proprie organizzazioni, un momento della lotta degli oppressi contro le forze dominanti. Quanto fosse utile anche allora è da vedersi ... Oggi però il terrorismo sta dalla parte del fascismo, giova alle forze moderate, chiunque ne sia l'autore e quali che siano le sue intenzioni ... ». Anche « Il Manifesto », per la penna colta di Rossana 24
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