Nord e Sud - anno XIX - n. 151-152 - lug.-ago. 1972

Ernesto Mazzetti e Fabio Felicetti che « il prob.lema di Napoli è problema di tutto il paese »; e ciò giustifica la richiesta di un deciso intervento da parte dello Stato. Il discorso entra in una nuova fase; dal Consiglio comunale e dalle sedi qualificate cittadine, viene portato al Parlamento. Salandra, Colajanni, Lacava, Zanardelli si dichiarano favorevoli all'adozione di misure straordinarie per Napoli, per arrestare la drammatica en1igrazione di manodopera e incentivare un'economia estremamente depressa. Nel 1876 avevano cercato lavoro al Nord 3.175 persone, nel '901 ne emigrano 75.887, cinque anni più tardi lasceranno gli umili « bassi » 90.000 lavoratori, nel tentativo di trovare altrove condizioni più umane di vita. Inoltre, sulla scorta di elaborazioni statistiche compiute sui dati relativi alla popolazione e all'occupazione del 1871, all'indomani della definitiva unificazione del Regno con Roma capitale, Napoli, tra le province italiane, figura al tredicesimo posto per numero di addetti all'industria (al primo è Milano), all'undicesimo per addetti all'agricoltura, al sesto nel settore del turismo e dei trasporti (al prilno Genova). Sulle indicazioni e1nerse dal dibattito alla Camera, il 20 aprile 1902 viene istituita la Regia Con1missione per l'incremento industriale di Napoli (}a proposta è avanzata da Nitti): a presiederla è il sindaco Luigi Miraglia. Dopo un anno e cinque mesi, la Commissione presenta le conclusioni al presidente del Consiglio Giolitti; nel marzo 1904, Giolitti, Luzzatti, Tedesco, Orlando e Rava elaborano un progetto di legge « per il risorgimento economico di Napoli » con il quale portano in Parlamento le proposte della Con1n1issione Regia. In giugno, ha jnizio la discussione alla Camera, che si conclude il 1 °-luglio. « Il Mattino » del giorno successivo riporta su una colonna, in terza pagina, la notizia che la Can1era ha approvato il disegno di legge con 211 voti a favore e 31 contrari: poche note di cronaca e nessun commento. Si legge: « L'on. Municchi ha svolto una relazione: pareva infiammato di un sacro ardore, come se jl più devoto figliolo adottivo di Napoli fosse stato incaricato della suprema_ missione a pro di Napoli ». Nessun cenno alle dispute che ::,Ì verificarono per l'approvazione dell'articolo 16, in cui è detto: « La maggjore escavazione di minerale, prevista nei contratti che regolano l'affitto delle reali miniere dell'Elba, dei terreni ferriferi del Giglio e delle fonderie di ferro di Follonica ... sarà concessa con obbligo espresso di destinare il materiale escavato, fin<? a concorrenza di 200.000 tonnellate, a soddisfare i bisogni degli industriali aventi stabilimenti nelle province rneridionali, e a preferenza in quella di Napoli ». Era il prin10 incentivo per le industrie siderurgiche del Sud, il presupposto al sorgere, dopo pochi anni, dell'Ilva a Bagnoli. 234

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